ROMA - Era il 5 febbraio quando un po' tutti esultavano: lo stadio della Roma si farà. L'occasione era la presentazione della relazione del Politecnico di Torino. "È tempo ormai che la città abbia la possibilità di vedere un investimento di tale portata e che la Roma possa effettivamente lavorare alla costruzione dello stadio” disse il vicepresidente Mauro Baldissoni al sito ufficiale del club. Baldissoni è stato anche nominato presidente della società “Stadio TdV” creata per occuparsi del dossier. Oggi però l'arresto del presidente dell'assemblea capitolina, Marcello De Vito, getta un ombra sul futuro dello stadio.
Sembrava il punto di arrivo di un progetto che ha iniziato a prendere forma nel marzo 2012 quando la Roma ha individuato come advisor la Cushman & Wakefield, società di consulenza immobiliare allora controllata da Exor, la holding della famiglia Agnelli proprietaria della Juventus che l'ha ceduta nel 2015 per 1,27 miliardi di dollari. La società vaglia oltre ottanta aree e individua la più adatta in Tor di Valle, poco edificata e piuttosto vicina al centro e all'aeroporto di Fiumicino. A ottobre del 2012, l'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno incontra Pallotta per un confronto sul progetto dello stadio, annunciato in video-conferenza tra Roma e Orlando il 30 dicembre. Si parla di un impianto da 55 mila posti che dovrebbe essere pronto per l'inizio della stagione 2016-17, che si rivelerà l'ultima di Francesco Totti. Ma il capitano darà il suo commosso addio al calcio ancora allo Stadio Olimpico.