Diamo la Roma a Totti e De Rossi

La scarsa chiarezza dirigenziale può essere superata affidandosi a due icone che hanno il giallorosso nel cuore
Diamo la Roma a Totti e De Rossi© ANSA
Roberto Maida
5 min

La Roma ai romani, la Roma ai capitani. Crescono le indiscrezioni, sale l’infatuazione. Totti e De Rossi al centro del futuro, nella ricerca di un senso di appartenenza che non può essere ignorato in una fase di profonda ricostruzione. Si può, si deve. Non solo e non tanto per riconoscenza, quanto perché Pallotta ha capito di doversi affidare a mani sicure e innamorate per non correre altri rischi.

INTENDIMENTI - Francesco Totti si prepara a un futuro da direttore tecnico. Comunque, un incarico operativo. Da capitano a direttore, dal campo di calcio al campo manageriale: suona bene. E’ ciò che ha chiesto, sia pure indirettamente, nell’intervista di domenica che ha preceduto Roma-Napoli. Dopo due anni da fantasista, tra ruoli di rappresentanza e partite di calcetto, con un brevissimo segmento da aspirante allenatore, Totti pretende un ruolo definito e riconoscibile. Qualcosa è già cambiato, dopo l’addio di Monchi e la promozione di Guido Fienga in cima alla scala gerarchica dei dirigenti “italiani” della Roma. Totti è stato coinvolto nella chiamata di Ranieri e, da qualche settimana, viene costantemente invitato alle riunioni strategiche, inclusa quella della scorsa settimana in Qatar, dove ha incontrato prestigiosi partner commerciali. Collabora fattivamente con Ricky Massara nella gestione dell’area sportiva e si confronta con lo spogliatoio insieme all’amico Morgan De Sanctis, molto più di un team manager. Ma gli manca un’investitura ufficiale. La direzione tecnica per la prossima stagione era stata proposta a Ranieri, che però non sembra intenzionato a rimanere a Trigoria. Quindi, Totti ha margine per inserirsi.

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CAMBIAMENTI - La Roma ha convenienza a recuperare una figura così importante, una sorta di garante agli occhi dei tifosi. E Totti ha ovviamente interesse ad acquisire competenze specifiche, in uno spazio di manovra sufficientemente vasto. La frase «se comando io, cambierò qualcosa» intende reclamare un’autonomia decisionale nel percorso di ristrutturazione della società, con il ridimensionamento di Franco Baldini, oggi sempre centrale nei rapporti di consulenza con Pallotta. A Baldini, che paragonava scherzosamente a Pupo nei due anni di seconda convivenza a Trigoria, Totti attribuisce la paternità della scelta di farlo smettere di giocare. [...]

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CONTINUITÀ - E se Totti acquisirà un ruolo decisionale, il primo a essere contento sarà il fratello minore De Rossi. I due, nonostante tante chiacchiere del passato, sono molto legati e sarebbero felici di continuare a lavorare insieme. Che prolunghi il contratto da calciatore oppure smetta, De Rossi sarà sempre uno “di famiglia” a Trigoria, ha rapporti ottimi con i dirigenti e con Pallotta, ha il padre che è un’istituzione della Primavera. La Roma non disperderà un patrimonio tecnico e carismatico del suo livello. Aspettando di definirne il futuro: tecnico, visto che da campione del mondo avrebbe facilità a prendere il patentino, oppure dirigente. De Rossi ha dentro tutto ciò che serve.

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