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ROMA - Dal suo personalissimo ritiro disintossicante, Eusebio Di Francesco ha trasecolato di fronte al servizio che ha messo a nudo le magagne interne della Roma. Non ha mai percepito durante la stagione, al di là di qualche discussione e delle normali perplessità per i risultati che non arrivavano, l’idea di un gruppo che non lo seguisse o (peggio) che gli remasse contro. "I miei metodi di lavoro - ha fatto sapere al nostro giornale - sono gli stessi che l’anno scorso ci hanno portato in semifinale di Champions League. E i senatori erano in campo con la maglia della Roma, a cominciare da De Rossi che a me ha sempre dato la disponibilità a giocare anche con una gamba sola".
Dal suo punto di vista le occasioni per scaricarlo c’erano: dopo Bologna-Roma di settembre la squadra infilò una serie di vittorie consecutive che ne sistemarono la classifica sia in campionato che nel girone di Champions League. Dopo la brutta sconfitta di dicembre a Plzen, citata nell’articolo, la Roma ha battuto (con molta fatica) il Genoa. E ancora: a gennaio, dopo l’umiliante 7-1 di Firenze del quale Dzeko fu attore protagonista facendosi espellere per un gesto di nervosismo inspiegabile, la Roma giocò un’ottima partita contro il Milan, con il teorico “capofronda” De Rossi tra i migliori in campo nonostante il lungo periodo di inattività.
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