Fonseca, ultimo saluto allo Shakhtar. Castro apre alla cessione di Ismaily

Il neo tecnico dello Shakhtar: "Il terzino verso la Roma? Sono abituato a perdere giocatori". Fonseca, ieri a Kiev, è pronto a sbarcare nalla Capitale
Fonseca, ultimo saluto allo Shakhtar. Castro apre alla cessione di Ismaily
Jacopo Aliprandi
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ROMA - Un ultimo saluto al club che ha allenato con grande impegno e dedizione negli ulimtimi tre anni. Paulo Fonseca ieri è volato in Ucraina per salutare lo staff dello Shakhtar e ricevere dal club un ricordo della sua esperienza alla guida della squadra. All'Opera Hotel di Kiev l’amministratore delegato dello Shakhtar Sergei Palkin ha consegnato al porotghese una maglia personalizzata del club con il numero 139, che rappresenta le partite alla guida della squadra ucraina.

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Fonseca tra lunedì e mercoledì sarà a Roma per cominciare a pianificare la stagione. Prima però, spazio a un ultimo ricordo dello Shakhtar: “È molto difficile lasciare il club, essere qui e sapere che questo è l’ultimo giorno, e devo dire addio a tutti… Ho avuto tre anni meravigliosi e felici - ha detto Fonseca al sito ufficiale del club ucraino -. I giocatori, lo staff e i tifosi sono nel mio cuore. La gente in Ucraina mi ha aiutato molto, ho costantemente sentito il loro sostegno e rispetto e per questo voglio ringraziarli. Lo Shakhtar è un grande club al quale auguro tutto il meglio. Voglio davvero che il club continui a vincere e crescere. Le persone devono credere e supportare la squadra in ogni partita. E anche io rimarrò un grande tifoso dello Shakhtar. Dico addio, ma chissà, forse questo addio non è per sempre. Forse un giorno avremo l’opportunità di lavorare di nuovo insieme? Non lo so. Tutto può succedere nel calcio e non sai mai il tuo futuro. Ora me ne vado, ma lo sto facendo con lo Shakhtar nel mio cuore. Il mio miglior giorno con la squadra? Ce ne sono stati molti. Il più bello è stato il primo campionato dopo che lo Shakhtar aveva lasciato Donetsk. Quello è stato speciale. E non per me: ho sentito che, dopo aver lasciato la città, era incredibilmente importante per tutti quelli che lavoravano nel club. Non possiamo dimenticare che le persone hanno lasciato la loro casa. E ho sentito quanto fosse fondamentale questo titolo. Tornerò in Ucraina, ho un grosso legame con questo Paese perché mio figlio è nato qui. Ho una casa qui, e tornerò sicuramente. L’Ucraina sarà sempre nella mia vita, ne sono sicuro”.

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Salutato lo Shakhtar, Fonseca è pienamente concentrato sul progetto Roma. Non vede l'ora di cominciare la sua nuova avventura in giallorosso e di sbarcare nella capitale. Lo farà nei prossimi giorni insieme a quattro elementi del suo staff che aveva allo Shakhtar. Poi tanto lavoro a Trigoria che vuole subito conoscere alla perfezione anche in virtù di un possibile ritiro posticipato (aspettando la sentenza Uefa sul Milan) al Bernardini nei primi di luglio. Nel frattempo Fonseca continua a monitorare la situazione mercato insieme a Petrachi e De Sanctis. Le sue richieste sono un regista (in pole Veretout), un portiere bravo anche con i piedi (Pau Lopez) e un attaccante per sostituire Dzeko. Vorrebbe con con sé anche Ismaily, terzino di ventinove anni ed elemento fondamentale del gioco 'fonsechiano', ma al momento lo Shakhtar chiede venti milioni di euro. A riaprire, forse, la trattativa ci ha pensato il sostituto di Fonseca sulla panchina del club ucraino, Luis Castro: "Sappiamo che molti nostri giocatori sono popolari in Europa perché giocano in un club vincente. Grazie alle partecipazioni in Champions League, sono sotto i riflettori. Penso che la dirigenza sia in grado di occuparsi di questo. Taison, Ismaily e Stepanenko, proprio come altri, hanno grandi qualità e ne abbiamo bisogno. Eppure, sono stato abituato a perdere giocatori durante la mia carriera e questo non significa che smetteremo di combattere e lottare. La speranza non ci abbandonerà mai anche se perdiamo alcuni giocatori. Per il momento, ci affidiamo a loro per raggiungere i nostri obiettivi".


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