Roma, ricordati chi sei

I giallorossi sono un po’ in ritardo sul mercato, hanno incassato qualche due di briscola, non hanno centrato tutti gli obiettivi, ma hanno le carte (oltre che il blasone) per ribaltare e trovare l’attracco giusto
Roma, ricordati chi sei© ANSA
Alfredo Pedullà
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Se ti trovi in mare aperto, però mancano due mesi di navigazione, hai il dovere (l’obbligo) di risalire la corrente. Traduzione: la Roma è un po’ in ritardo sul mercato, ha incassato qualche due di briscola, non ha centrato tutti gli obiettivi, ma ha le carte (oltre che il blasone) per ribaltare e trovare l’attracco. Il problema non è il blasone, ma l’appeal. Il problema non è quando, ma come. E soprattutto emerge la necessità di dare a Fonseca una squadra più forte di quella che ha concluso la stagione senza grandi picchi. Risalire la corrente significa non restare incastrati in un imbuto, tra le prevedibili indecisioni di Barella e la voglia di Veretout di aspettare che anche il Milan formalizzi una proposta. Risalire la corrente significa avere un portiere più forte di Olsen, ma senza investire cifre astronomiche. E lo diciamo con il rispetto che si deve a uno specialista affidabile come Pau Lopez.

Risalire la corrente significa che hai perso Manolas, autentica certezza, e che puoi spendere 25 milioni, ma devi essere convinto che Mancini sia la tua prima scelta. E ripetere la stessa operazione per Bartra o Alderweireld, perché di centrali attendibili te ne servono due senza sforare il tuo budget. Ci sono ruoli che rappresentano lo scheletro perfetto di una squadra. Il portiere, il difensore, il regista e l’attaccante da 20 gol.

Se poi giochi con il 4-2-3-1, specialità di casa Fonseca, devi avere esterni offensivi forti, idonei. Senza vivere eternamente il balletto El Shaarawy: prima no alla Cina, poi ni, poi forse, poi vediamo, con un contratto che scade tra un anno. E, se lo ritieni davvero indispensabile, devi rinnovare al più presto senza andare allo sfinimento quasi a scadenza quotidiana sul futuro del Faraone. Un po’ come ha fatto Lorenzo Pellegrini che, memorizzati alcuni forti interessi, ha detto “no, grazie, resto qui”. Ecco, è proprio questo che serve alla Roma per superare gli scogli: ci sono due mesi per individuare l’attracco e per mettere su una squadra all’altezza delle ambizioni e non delle ossessioni. L’attaccante centrale, appunto. Se Mancini non è più forte di Manolas, almeno sulla carta, di sicuro sostituire Dzeko non sarà una passeggiata di salute. E torniamo allo stesso discorso: se pensi che Higuain possa essere il degno sostituto naturale, pensi bene. Ma a patto di non farti trascinare fino a metà agosto, forse neanche fino al 31 luglio. Sei la Roma, ben oltre il mare procelloso e le onde assassine del calciomercato.


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