Roma, Rocca: "Mi aspettavo una chiamata"

L'ex calciatore ha parlato riguardo allo striscione del pre-derby
Roma, Rocca: "Mi aspettavo una chiamata"© ANSA
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Non possiamo non partire da quell’odioso striscione. Ci siamo sentiti male in tanti per te

«La mia vita è stata forgiata dal dolore, cosa vuoi che mi tocchi uno striscione? E comunque basta parlarne. Ho perdonato e ho chiuso. Mai odiato nessuno e mai lo farò».

Come prendi atto dello striscione e come reagisci al momento?

«Me l’ha fatto vedere mio figlio Alessandro sul cellulare. Reazioni? Ho vissuto la mia storia da atleta e tifoso con l’entusiasmo della mia ingenua appartenenza. Nel gioco della vita c’è anche lo scotto da pagare se sei popolare».

Invidiabile tanta serenità per un insulto tanto feroce e tanto gratuito.

«Il tifo per me è gioia, passione. Chi fa altro non entra nel mio mondo. Non so chi siano e non voglio saperlo. Ribadisco il perdono immediato».

Tua figlia Chiara non l’ha presa come te. Ha dedicato una severa lettera pubblica agli anonimi autori, dove c’è tutta la bellezza dell’amore filiale.

«Non ne sapevo niente. Da padre mi sono commosso. Voglio però specificare che lei non si riferisce a una tifoseria in particolare, ma a tutti quelli che uccidono il tifo leale e rispettoso».

Accetteresti di incontrarli questi ragazzi che ti hanno offeso? E, nel caso, cosa gli diresti?

«Ma certo che accetterei. Li posso incontrare quando vogliono. Magari. Gli direi: sì, vero, sono claudicante, e allora qual è il problema? È questo che mi racconta come uomo?».

Hai ricevuto telefonate che ti hanno fatto piacere?

«Non ero alla ricerca della solidarietà. Mi hanno telefonato in tanti, ma nessuno era in dovere di farlo».

La Roma ti ha chiamato?

«No».

Te lo saresti aspettato?

«Sì. In fondo, se soffro una claudicanza è stato per quella maglia. Ho dato una gamba per la Roma».

La Lazio ti ha chiamato?

«No, non erano tenuti»

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