ROMA - Il calcio vuole ripartire, le leghe europee fanno i calcoli per poter finire i vari campionati e lasciarsi alle spalle la crisi dettata dall'emergenza Coronavirus. La Serie A studia vari piani per riprendere, aspettando ovviamente nuove istruzioni dal Governo e sperando che i numeri di contiagio e morti continuino a diminuire. I giocatori dovranno comunque rimanere a casa fino al 13 aprile, ma c'è già chi, come Javier Pastore, è contrario a una ripartenza affrettata: “Non è ancora stato deciso nulla, probabilmente resteremo in questa situazione per altre due settimane, ma poi vedremo come si evolverà la situazione. Il calcio per me è fondamentale da quando avevo cinque anni, ma non ho intenzione di rischiare la mia vita per giocare".
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Pastore in un'intervista alla radio argentina Showsport La Red è stato categorico quando ha dichiarato di non voler riprendere il campionato se non fosse garantita la sicurezza dei giocatori e degli addetti ai lavori. "La nostra vita non sarà più quella di prima, cambieranno molte cose. Anche quando potremo tornare a uscire di casa - non so tra quanto - non potremo fare le stesse cose di prima. Sicuramente si giocherà inizialmente a porte chiuse, se Dio vuole potremo riprendere tra due mesi ma ad esempio in Cina sono in quarantena da tre mesi e ancora non sono tornati a giocare...". Il 'Flaco' è pessimista sull'evoluzione della stagione, ma capisce anche che i club hanno bisogno di giocare per evitare perdite catastrofiche nei bilanci societari. Proprio per questo l'argentino è favorevole al taglio degli stipendi: "Siamo in contatto con i dirigenti della Roma e con l’assocalciatori per capire l’evoluzione della situazione. Secondo me è normale che i club non ci paghino se non gli facciamo guadagnare soldi, come in questo momento".
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Battute finali di Pastore sul suo futuro. La volontà di continuare in Italia, per poi trasferirsi a Cordoba per tornare a giocare nel Talleres. "Ho 30 anni, posso dare ancora molto al calcio in Europa e alla Roma, che ha fatto due anni fa un investimento molto oneroso e ha creduto in me. In questo momento nella mia testa ho solo questo, se sarà possibile onorerò il contratto con la Roma. Poi può essere che la squadra abbia bisogno di altro tra un anno, o che io stesso possa cambiare idea, ma per ora penso alla Roma. Da quando ho conosciuto mia moglie però le ho sempre detto un giorno sarei voluto tornare a giocare al Talleres. Ho preso la mia decisione: tornerò in quel club quando arriverà il momento. È il mio sogno e penso di ritirarmi lì. L'importante è tornare in Argentina in forma, perché voglio fare qualcosa di importante per il club che mi ha cresciuto da ragazzo".
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