Roma, 65 anni fa nasceva l’amato Di Bartolomei

I tifosi giallorossi non hanno mai dimenticato il loro capitano silenzioso. Una storia piena di successi (tra cui lo scudetto del 1983) e chiusa tragicamente
Roma, 65 anni fa nasceva l’amato Di Bartolomei
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Oggi avrebbe compiuto 65 anni. Agostino Di Bartolomei era il capitano, il ragazzo educato della borgata romana dallo sguardo triste e sincero. Per la Curva Sud era “Ago” o meglio “Agostino gol”, il nome da battaglia che i tifosi cantavano dopo aver contemplato le innumerevoli frecce che bucavano la rete avversaria. Il ragazzo di vita pasoliniano che da piccolo spaventava gli altri bambini per via del suo tiro potentissimo. Posato nelle discussioni e mai con una parola fuori posto. Se aveva qualcosa da contestare Agostino si presentava dal direttore di gara con le mani congiunte dietro la schiena, quasi in segno di rispetto. Come se volesse subito arrivare a una conclusione pacifica. Veniva spesso accusato di essere lento, una lentezza che compensava con la raffinatezza e la velocità dei palloni distribuiti.

La finale di Coppa dei Campioni

Nel bene o nel male Agostino la partita più importante l’ha giocata in quel 30 maggio del 1984. All’Olimpico è la serata della finale di Coppa dei Campioni contro gli inglesi del Liverpool. Chi non ha trovato il biglietto decide di prendere due birre fresche e vederla al Circo Massimo in una mega adunata fomentata dal live di Antonello Venditti. Dopo le reti di Neal e Pruzzo, si decide tutto ai calci di rigore. Falcao non si presenta dal dischetto, Di Bartolomei segna ma le pantomime di Grobbelaar che, ironia della sorte, avrebbero poi ispirato Dudek nella finale di Istanbul contro il Milan, destabilizzano invece Bruno Conti e Ciccio Graziani e consegnano ai Reds la quarta Coppa dei Campioni. E per Agostino la ferita è troppo grande, è la fine di un’era. Farà in tempo a indossare la maglia giallorossa nella vittoriosa finale di Coppa Italia contro il Verona e a vedere lo striscione della Curva Sud: «Ti hanno tolto la tua Roma, non la tua curva». Nel suo palmares anche altre due Coppe Italie e soprattutto lo scudetto del 1983.

La tragedia dopo 10 anni esatti

Con valigie e famiglia al seguito accompagnerà ancora una volta il mentore di una vita, il barone Liedholm, che nel frattempo è tornato a Milano. All’ombra della Madonnina giocherà per tre anni siglando 9 reti in 88 partite. Dopo sarà la volta di Cesena e Salerno, prima del definitivo ritiro dalla carriera agonistica nel 1990. Alle 10:50 del 30 maggio del 1994, sparandosi un colpo di pistola a dieci anni esatti dalla finale persa contro il Liverpool, Agostino Di Bartolomei dirà addio a un mondo che non lo ha capito e che non ha saputo tenerselo. Il proiettile della sua Smith & Wesson calibro 38 arriverà dritto al cuore. Lo stesso cuore che per una vita intera il capitano silenzioso ha donato alla sua città e ai suoi tifosi.


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