Roma, Pallotta non riapre a Friedkin e spera nello stadio

La situazione resta delicata i prossimi mesi saranno decisivi per capire il futuro della società
Roma, Pallotta non riapre a Friedkin e spera nello stadio© Bartoletti
Guido D'Ubaldo
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ROMA - Jim Pallotta considera chiusa la trattativa con Friedkin e prova a mettere in piedi il piano B. I dati illustrati dalla dirigenza della Roma in una relazione per gli azionisti hanno evidenziato una situazione molto delicata, che imporrà plusvalenze e ricapitalizzazioni per andare avanti. I primi 9 mesi dell’esercizio 2019/20 evidenziano una perdita di gruppo da 139,6 milioni. Il deficit economico è dovuto alla mancata partecipazione alla Champions League, ma anche alla diffusione del Covid-19. I dirigenti che sostengono la presidenza di Pallotta sono convinti che come negli anni passati la situazione si sistemerà, ma intanto sono stati necessari i soldi arrivati sotto forma di prestito (che indebiterà ulteriormente il club) per avere liquidità e pagare i creditori. Pallotta è convinto che con Friedkin non ci sia più nulla da fare e ha incaricato la Goldman Sachs di cercare sul mercato altri investitori, ma se il texano tornasse alla carica Jim si siederebbe volentieri al tavolo. La situazione dei conti della Roma sarà ancora peggiore il 30 giugno e sarà indispensabile l’aumento di capitale, con la speranza che sia sottoscritto anche dai soci di minoranza.

STADIO

Saranno mesi importanti per il futuro della Roma e anche per lo stadio. Dal Comune continuano ad arrivare segnali di apertura, anche se è da escludere che la votazione della convenzione avvenga prima dell’estate. Il fatto che Parnasi esca di scena con la cessione dei terreni è determinante e se l’approvazione definitiva per lo stadio di Tor di Valle passa il valore dei terreni raddoppia.

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