Roma, alta tensione: Petrachi non si dimette. E quel messaggio a Pallotta...

Il futuro del ds appeso a un filo. Ieri era in campo per l’allenamento ma ormai non ha più sponde. Intanto non si placa la contestazione dei tifosi contro Pallotta
Roma, alta tensione: Petrachi non si dimette. E quel messaggio a Pallotta...© LAPRESSE
Guido D'Ubaldo
4 min

Cresce la tensione alla Roma, con la squadra che avrebbe bisogno di serenità per preparare il ritorno in campo. Dovrà essere bravo Fonseca a tenere la squadra isolata dai veleni interni. La rottura tra Pallotta e Petrachi è stata l’occasione per i tifosi per manifestare il loro dissenso nei confronti del presidente. In molti hanno invitato l’americano ad andarsene, anche in risposta all’intervista pubblicata sul sito della società. Quasi nessuno se la prende con Petrachi, anzi attribuiscono al presidente le responsabilità di questo nuovo, imminente divorzio.

Petrachi appeso a un filo

La posizione di Gianluca Petrachi è appesa a un filo. Ieri Pallotta è tornato a parlare e per la prima volta ha affrontato il tema del rifiuto all’offerta di Friedkin. Ma nessun riferimento al caso Petrachi che ha creato grandi tensioni all’interno del club. Il direttore sportivo ieri era a Trigoria, ha assistito regolarmente all’allenamento in campo. Ha parlato con Fienga, al quale ha ribadito la sua intenzione di non volersi dimettere: colloquio di un’ora e mezza, nessun accordo e volti scuri quando i due, alle 19, sono andati via. La situazione è quasi irrisolvibile, ma al momento Petrachi resta al suo posto. La rottura è stata fragorosa, difficile da ricomporre. Tutto è accaduto giovedì sera. Petrachi, nel suo ufficio al primo piano della palazzina del centro sportivo, ha convocato Cavallo, il suo collaboratore di fiducia e gli ha chiesto di scrivere un messaggio sul cellulare da inviare a Pallotta. Il direttore sportivo era carico a pallettoni, Cavallo gli ha consigliato di togliere qualche termine troppo forte. Petrachi ha perso la pazienza perché nei ringraziamenti di Pallotta mancava il suo nome e tutti i giornali avevano evidenziato la "dimenticanza". E poi perché da giorni non era riuscito a ottenere il placet dal presidente per firmare il contratto di Pedro. Da giovedì Petrachi ha avuto scambi tesi anche con Fienga e Baldissoni, che gli rimproveravano i toni con i quali si è rivolto a Pallotta. L’amministratore delegato fino all’ultimo gli aveva detto perentoriamente di non mandare alcun messaggio. Ma Petrachi è andato dritto per la sua strada e questo ha fatto andare su tutte le furie Fienga. Il diesse è sbottato anche con il vice presidente, ricordandogli che era stato lui a fargli la guerra sin dall'inizio. Con entrambi i dirigenti si è lamentato di non essere stato tutelato.

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