ROMA - Direttore sportivo, stadio, contratti. La fitta agenda della famiglia Friedkin è divisa in tre fogli excel, aspettando la cosiddetta spunta verde, simbolo di missione compiuta. I nuovi padroni della Roma, che stanno continuando il loro giro di consultazioni, vogliono ponderare con attenzione ogni scelta, con lucida frenesia: sono consapevoli che la società debba essere sistemata, sia nell’organigramma che nei conti, ma preferiscono studiare con attenzione tutte le candidature prima di imboccare la strada che ritengono giusta. È il sistema che utilizzano in tutte le aziende da loro controllate.
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Sul fronte societario intanto è emerso un orientamento: i Friedkin cercano due figure dirigenziali. La prima dovrà occuparsi appunto dell’area sportiva: Ralf Rangnick sarebbe il preferito ma deve rinunciare all’ambizione di allenare per spostarsi alla Roma, “limitandosi” ai poteri di un dirigente che avrebbe il solo vincolo del budget. Ma i nomi interpellati sono stati tanti, compresi il portoghese Luis Campos e il nigeriano Michael Emenalo. Ecco, la sensazione è che il direttore sportivo verrà dall’estero. L’altro manager, che avrebbe un ruolo di collante tra proprietà e squadra, potrebbe essere invece italiano o di derivazione italiana: si fanno i nomi di Umberto Gandini, che alla Roma è già stato come Ceo prima di Guido Fienga, e di Zvonimir Boban. [...]
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