Maurizio Costanzo: pensieri giallorossi

Maurizio Costanzo: pensieri giallorossi
Maurizio Costanzo
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Passano i giorni e conosco sempre più la tifoseria romana, la passione e la voglia di vincere. È naturale che ci sia voglia di vincere, non conosco tifoseria che ha voglia di perdere.

Recentemente in un Club giallorosso a Testaccio, che ha fatto la storia un po’ della Roma, si è ricordato lo scudetto di vent’anni fa. Però, mi raccomando: bene le commemorazioni se sono foriere di un prossimo successo. Io sono convinto, peraltro, che un successo garantito ci sarà quando la Roma avrà il suo nuovo stadio. È sempre così. Ho una certa età e mi ricordo cosa significò il passaggio dallo Stadio Flaminio all’Olimpico. Tra noi, giovani e meno giovani, sembrava che la Roma, solo giocando all’Olimpico, era pronta a vincere lo scudetto. Non fu così, ma quel che conta, nella tifoseria o almeno in quelle più appassionate, è crederci. Non sempre, ma per un po’.

C’è un’altra realtà che in questo mio nuovo incarico ho voglia di conoscere: sono le radio locali. So bene quello che significano e lo ripeto spesso. Io, nel 1970, ho cominciato l’attività radiotelevisiva proprio con la radio, in un programma quotidiano che trasmetteva da Via Asiago e si chiamava “Buon pomeriggio”. A un altro piano, Arbore guidava “Per voi giovani”. E, in un altro studio, Franco Moccagatta e Gianni Boncompagni conducevano, con grande successo, “Chiamate Roma 3131”.


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