© ANSA Pellegrini e Mourinho, un rapporto Special
“La mia famiglia”. Quante volte nel calcio è capitato di sentire questa frase, magari abusata, magari revisionata all’interno di un contrasto che non c’era e che deflagra poi. Ecco, Lorenzo Pellegrini, che di parole è parco, senza pronunciare smaccatamente il sostantivo in questione, ha vissuto il rinnovo contrattuale “in famiglia”: la sua, figli compresi, e quella sportiva, la Roma. In una atmosfera davvero speciale. Già, quando il capitano di recente ha parlato di clima diverso a Trigoria, pensava sicuramente all’effetto Mourinho, ma forse era proprio questo senso più allargato del termine che prefigurava. Roba per menti raffinate, non per tradurre banalmente quel clima in un invito improvvido ad aizzare il tifo e a cantare fin d’ora il celebre “vinceremo il tricolor”.
Ieri Lorenzo ha firmato in famiglia, con i suoi cari, con i suoi manager che sono famiglia, con la sua maglia che è famiglia. E con il suo allenatore. E qui arriviamo al punto. Questo contratto, che non era un banale rinnovo - chi fa calciomercato sa che un accordo a otto mesi dalla sua naturale scadenza impone una vera e propria riscrittura - è figlio di un impegno univoco che parti diverse, con momenti anche più o meno ruvidi, hanno condotto pensando sempre ad una direzione: è un capolavoro (vogliamo dire un altro? si può) di Tiago Pinto, dei Friedkin che hanno messo il sì necessario per portarlo alla firma, di Lorenzo e dei suoi manager, con cui il calciatore ha fatto blocco, di Mourinho che è arrivato a Roma e ha capito in una frazione di secondo da che parte dovesse guardare per trovare il suo riferimento indissolubile. E ieri, nel giorno che conta, erano tutti lì compreso Mou, che ha voluto assistere al momento in cui il suo capitano metteva la firma, perché ha giocato anche lui il suo ruolo con il calciatore, attraverso numerosi colloqui, perché questo accadesse. Così diversi e così uniti lo Special e il Magnifico. José comunicatore allo stremo, eccessivo quando serve, Lorenzo essenziale e dosato nelle parole, lineare nelle reazioni. Quando dicono che gli opposti si attraggono non è mai tanto per dire. Poi c’è un discorso ancora diverso, per cui va evidentemente riconosciuta a Lorenzo Pellegrini questa qualità di sapersi porre come l’uomo giusto, il punto di equilibrio, all’interno del gruppo: pensate a quanto lo sia stato anche con Fonseca, a quanto il ct Mancini lo abbia a cuore. Ma con Mou tutto questo è ancor più speciale. Ora comincia il tempo da spendere insieme per vincere. Lorenzo lo ha detto anche ieri. Senza voler illudere. Perché questi due non illudono. Questi due, così diversi e così uguali, hanno lo stesso Sogno.
