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ROMA - Soldi e punti ranking che definire "benedetti" non è affatto un'esagerazione, soprattutto in un periodo di crisi nel quale far quadrare i conti e stabilizzarsi nell'élite del calcio europeo diventa essenziale per il futuro (e la stabilità) della Roma. La tanto bistrattata Conference League ha già portato nelle casse giallorosse 12,2 milioni di euro. Un bottino frutto di questo calcolo: 2,94 milioni per l'ingresso nella competizione, 1,42 milioni per la quota coefficiente, 4,36 milioni generati dal market pool (la Roma si è presa tutta la trance destinata all'Italia, essendo l'unica rappresentante), 2 milioni per i 4 successi ottenuti nel girone (500.000 euro a vittoria), 166 mila euro per il pareggio contro il Bodo Glimt all'Olimpico, 600 mila euro per il passaggio diretto agli ottavi e altri 650 mila euro per il primo posto nel gruppo C. Considerati i 235 milioni messi sul piatto dalla Uefa per finanziare la terza coppa, si può dire che i Friedkin si siano garantiti già il 5% degli introiti del torneo.
Roma, l'Europa aiuta i Friedkin
Sul piatto, potenzialmente, ci sono altri 8 milioni per i vari passaggi alle fasi successive (1 mln per i quarti, 2 per le semifinali, 3 per la finale e 2 per la vincitrice) più altri bonus per ciascuna gara vinta o pareggiata. Ma a pesare sono anche i punti del ranking, mai come quest'anno preziosi. A partire dalla prossima stagione, infatti, la Uefa "cancellerà" dal proprio file quinquennale i risultati del 2017-18; quelli che per la Roma coincidono con la meravigliosa cavalcata in Champions League (25.000 punti), conclusa in semifinale. Attualmente i giallorossi occupano l'undicesimo posto della graduatoria (guidata dal Bayern Monaco) con 88.000 punti, a pari merito con il Siviglia che è retrocesso in Europa League. La Roma è la seconda italiana in classifica: a precederla è la Juventus ottava (con il Manchester United al 9° posto e l'Atletico Madrid al 10°), mentre dietro di lei ecco le connazionali Napoli (23°), Inter (24°), Atalanta (25°), Lazio (29°) e Milan (43°).
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