Le mosse dei Friedkin per la svolta Roma e il sogno Conference League

Ora non si pensa ai conti, ma a regalare un trofeo al popolo giallorosso. Investimenti, Mourinho e biglietti a prezzi popolari: così la proprietà ha conquistato i tifosi
Le mosse dei Friedkin per la svolta Roma e il sogno Conference League© ANSA
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ROMA - Il gigante si è svegliato. Nella prima dichiarazione dopo il "closing", ad agosto 2020, il vicepresidente Ryan Friedkin l'aveva definito «addormentato», riferendosi alle potenzialità inespresse della Roma e al sentimento di stanchezza che serpeggiava nell'ambiente giallorosso. Oggi che la passione sembra più viva e accesa che mai, è giunto il tempo di godere degli effetti di un entusiasmo coinvolgente.

Stile

La «riservatezza dei Friedkin», citata anche due giorni fa dal sindaco Gualtieri in merito ai progetti per il nuovo stadio, ha tanta voglia di mescolarsi all'affetto genuino di un popolo che domani sera festeggerà il 15° "tutto esaurito" della stagione all'Olimpico. A Leicester, dopo la semifinale d'andata, il presidente Dan si è fatto fotografare in un McDonald's e ha concesso dei selfie ai tifosi in trasferta; ma non aspettatevi tuffi nelle fontane in stile Pallotta (post remuntada in Roma-Barcellona di Champions) nel caso in cui la squadra dovesse centrare la finale di Conference League: questi atteggiamenti non appartengono allo stile di una famiglia che bada più alla sostanza che all'apparenza, californiana di nascita ma profondamente texana nello stile. Eppure patron Dan e suo figlio Ryan, interessati anche al possibile acquisto del Cannes (a proposito di passione per il cinema...), sembrano essersi davvero innamorati del romanismo. Dopo averlo studiato a lungo nella prima stagione in sella, hanno deciso di assecondare questo sentimento facendo sognare i tifosi prima con l'arrivo di Mourinho, poi favorendo una politica dei biglietti a portata di popolo (grazie ai prezzi calmierati quest'anno sono entrati allo stadio già un milione di tifosi) e infine strizzando l'occhio all'ex capitano Totti, ormai ospite fisso in tribuna autorità.

Presenza

Alla vigilia di Leicester-Roma, Dan Friedkin ha assistito da bordo campo alla rifinitura della squadra. Poi ha viaggiato in Inghilterra insieme a Pellegrini e compagni. Ma il sostegno del magnate non è soltanto fisico: anche ad aprile, il presidente ha immesso altri 10 milioni di euro nelle casse societarie per far fronte alle spese correnti, facendo salire il totale dei soldi versati nella Roma a 359 milioni in quasi 2 anni di gestione. Dan e Ryan non parlano mai e si fidano di pochissimi collaboratori, ma agiscono con fermezza. Lo sanno bene le 466 persone a libro paga sparse tra gli uffici dell'Eur e di Trigoria, dalle quali pretendono il massimo impegno con un monitoraggio costante del lavoro di ciascuno. E mentre il gm Pinto continua a tagliare il monte ingaggi (dai 110 milioni lordi del 2019-20 si è arrivati a 93,8 milioni dopo il mercato di gennaio), gli introiti stagionali al botteghino hanno già raggiunto i 20 milioni. Denari che verranno reinvestiti, in parte, sul mercato. L'assalto alla Conference League potrebbe valere altri 25 milioni tra incassi, market pool e premi Uefa. Ecco perché Roma-Leicester vale tantissimo. Ma il calcio non è soltanto calcoli e freddi numeri, pur se redditizi; e l'unico pensiero che adesso gli americani hanno in mente è regalare ai romanisti un trofeo dopo 14 anni di digiuno. Nella passata stagione hanno provato sulla pelle i brividi di una semifinale europea, ma nel silenzio di uno stadio vuoto a causa delle restrizioni. Domani condivideranno il sogno, e la speranza di ritrovarsi faccia a faccia col destino nei 90' di Tirana, insieme a 64 mila tifosi. Sarà tutta un'altra musica.


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