Roma, la strategia per battere il Leicester: l’analisi tattica

Un piano in cinque punti per arrivare a Tirana: all'Olimpico contro il club inglese saranno determinanti attenzione e precisione
Roma, la strategia per battere il Leicester: l’analisi tattica© EPA
di Alberto Polverosi
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Primo punto per battere il Leicester ed arrivare alla finale di Tirana: servire palloni decenti a Tammy Abraham. Se alla sua prima stagione da romanista ha segnato così tanto è accaduto perché la squadra ha saputo cercarlo e trovarlo, vero, ma questo non è successo giovedì scorso in Inghilterra, quando i 190 centimetri dell’ex attaccante del Chelsea sono stati preziosissimi in area giallorossa (su 11 angoli del Leicester, la metà sono stati respinti dalla sua testa), mentre in area avversaria ha avuto solo mezza possibilità su una delle ultime azioni, rifinita da Tammy con un colpo di tacco per Sergio Oliveira. A Leicester è stato giusto così, serviva anche un centravanti-difensore, all’Olimpico dovrà tornare la più efficace versione di Abraham centravanti-centravanti. In questo senso, l’assenza di Mkhitaryan non è un punto a favore. Toccherà a Pellegrini e a Zaniolo (speriamo più ispirato rispetto all’andata) inventare il passaggio buono per il bomber. 

Il piano per battere il Leicester

Secondo punto: occorrono la stessa accortezza e la stessa determinazione della scorsa settimana. A Leicester, la Roma ha giocato un calcio intelligente, non esplosivo, non tracimante, ma serio, attento, scrupoloso nei dettagli, il calcio che ha fatto la fortuna della carriera di Mourinho. Non ci sarà bisogno di dominare la scena, sarà però necessario controllarla, senza cedimenti, senza sbandate come è capitato in occasione dell’uno a uno degli inglesi. Sul piano tattico José aveva vinto la sfida con Rodgers, svuotando di risorse l’attacco del Leicester. In questa gara ci vorrà ancora più ragionamento perché la spinta di uno stadio in amore come l’Olimpico potrebbe indurre giocatori di forza e carattere come Cristante, come Pellegrini, come il giovane Zalewski a esagerare. Non ce ne sarà bisogno. Dovrà essere chiaro l’obiettivo e andrà raggiunto con estrema freddezza, se serve anche con cinismo. 

Leicester, attenzione alla velocità degli esterni

Terzo punto: attenzione alla velocità degli esterni del Leicester. Sette giorni fa, Rodgers ha ripreso la partita e il risultato quando ha messo dentro Barnes a sinistra e Iheanacho al centro dell’attacco al posto dello spento Albrighton e del balbettante Vardy. Da Barnes (non a caso annunciato stavolta nella formazione titolare) è nata l’azione dell’uno a uno con l’autorete di Mancini indotta da Lookman sul palo opposto. Questo è il punto. In difesa alla Roma potrebbe non bastare la bella prestazione di Leicester, dove Smalling si è confermato leader assoluto. Ci vorrà ancora più attenzione perché i tre (Barnes, Iheanacho e Lookman) sono tecnici, rapidi e sanno come muoversi in spazi brevi. 

Zalewski e il calcio sfacciato

Quarto punto: attaccare il Leicester sugli esterni. È stato il calcio sfacciato di Zalewski a mandare sottosopra l’assetto difensivo del Leicester. Il ragazzino dovrà ripetersi a quei livelli e se gli inglesi, sulle due fasce, non cambieranno atteggiamento l’attacco della Roma sarà agevolato. Ricardo Pereira, il terzino destro, appena può spinge, ma non sempre riceve la copertura dell’esterno d’attacco. È quello spazio che Zalewski dovrà rosicchiare e sfruttare con la sua qualità, proprio come ha fatto nell’azione del gol di Pellegrini. Un topino che porta via il pezzetto di formaggio senza far scattare la molla della trappola, Zalewski lo sa fare bene. 

Fattore Olimpico

Quinto e ultimo punto: l’Olimpico. Mourinho lo vuole partecipe più che spettatore, ma quello è uno stadio che per tutta la stagione ha giocato insieme alla squadra. Era pieno e infiammato perfino nella partita col Bologna, figuriamoci stasera. Vogliono arrivare a Tirana e non solo perché l’Albania è un Paese fantastico.


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