Roma, il talento c’è tutto: è soltanto in rodaggio

Roma, il talento c’è tutto: è soltanto in rodaggio© Getty Images
Marco Evangelisti
3 min

C’è nella Roma questa smania di normalità, questa pulsione di rendersi la vita facile. L’idea contro natura di avere diritto a una tranquillità che non appartiene più neppure ai leoni nella savana. Nulla è facile, neppure nel campionato italiano spaccato in due, chi può e chi non può, chi si è gonfiato le rose in estate e chi ha prima di tutto provveduto a liquidare qualsiasi cosa trovasse acquirenti. Una voglia di leggerezza, un desiderio di semplificazione evidentemente hanno colto la Roma nel corso del mercato interminabile che infatti ancora non è terminato, per fortuna di Mourinho. Ho preso Dybala, ho saldato il centrocampo, potrò stare sereno adesso? potrò aspettarmi di battere non dico tanto ma almeno la Cremonese con la danza suola e punta di Abraham, con un’irruzione di Zaniolo, con una trovata ingegnosa di Pellegrini? potrò godermi un pomeriggio di agosto sudando caldo e non freddo? 
 
No, naturalmente. Non è concesso a nessuno e non è neppure nelle fibre muscolari e nervose della Roma. Non bastando il cedimento di Zio Tibia Wijnaldum, ventiquattr’ore più tardi arriva il tarlo nella spalla di Zaniolo. E così della sublime campagna estiva, con la perdita dell’acquisto più possente e della mancata cessione più caparbia, non resta che la metà. Naturalmente a cinque giorni dal primo contatto con la Juventus, in teoria una di quelle poche partite che nella Serie A di oggi spostano il mondo e tracciano i destini. 

L’eccesso di semplicità complica terribilmente le cose e alla fine per uscire dalla ragnatela elastica con cui Alvini riempie orgogliosamente il campo ci vuole il colpo di testa in ogni senso dell’uomo volante Smalling, che la fa semplice sì ma come calcio comanda. Botta in porta e si ricomincia da sei punti. La distanza tra l’energia potenziale dell’attacco di Mourinho e la luce dei risultati fin qui ricavati sta nell’attuale incompatibilità tra i troppi galli che pretendono di cantare in proprio. Pellegrini, per esempio, comincia a lanciare acuti da spaccare i vetri una volta che Dybala si è appollaiato in panchina. Nulla di strutturale: è questione di rodaggio. Con la scomparsa provvisoria di Wijnaldum però si richiede d’urgenza un intervento di manutenzione a centrocampo da parte di una proprietà che di sicuro non intende alzarsi dal tavolo su cui ha appena cominciato a puntare. Non è semplice, ma la vita non lo è mai e il calcio neppure.


© RIPRODUZIONE RISERVATA