Pellegrini, un rebus per Mourinho

Pellegrini, un rebus per Mourinho© LAPRESSE
Ugo Trani
3 min

Spregiudicata. Anche potente e raffinata. Così l’ha pensata Mourinho dopo il 25 maggio e la Conference League alzata nella notte di Tirana. La Roma al quadrato, con l’obiettivo di farlo diventare magico: dietro al centravanti Abraham, e non in fila indiana, Dybala, Zaniolo e Pellegrini. Sistema di gioco: il 3-4- 2-1. Nessuna modifica tattica, ma semplice aggiustamento. Nicolò qualche metro più dietro, sulla stessa linea di Paolino e non accanto a Tammy come nel finale della stagione passata. A cambiare posizione, insomma, solo il capitano: Lorenzo chiamato ad arretrare accanto al mediano, Cristante o Matic. Questo è l’assetto che poi avrebbe dovuto avere pure un optional di lusso: Wijnaldum, da sistemare proprio in mediana al posto di Bryan o del suo sosia Nemanja. Ma la soluzione più offensiva che ci sia non abbiamo fatto in tempo a vederla: Gini si è arreso subito dopo il via, appena 11 minuti più recupero a Salerno. Caviglia spezzata in allenamento a Trigoria: tornerà nel nuovo anno.

Così Josè deve aspettare il 2023 per vedere la Roma migliore. Ma il suo Grande Rebus resta il ruolo di Pellegrini, abbassato per far spazio a Dybala. Secondo Mou, la collocazione in campo del capitano non sarà mai un problema. L’anno scorso ha detto che se di Lorenzo ne avesse tre sarebbero sempre titolari. Eppure, la posizione avanzata ne ha esaltato le caratteristiche nella prima stagione dello Special One in giallorosso: gol e assist. Pellegrini ancora non è riuscito a ripetersi. Ma il ruolo non c’entra: solo in 2 partite su 9 si è abbassato in mediana. E per metà ripresa contro l’Hjk. Quindi il rendimento altalenante dipende da altro, probabilmente il capitano deve solo entrare in forma. Non c’entra nemmeno la presenza di Paolino. Non è lui a fargli ombra, come si è visto contro l’Atalanta, quando Dybala è rimasto in tribuna.

Presto, però, Mourinho dovrà decidere quali compiti affidargli in campo. Perché ogni allenatore esalta e sponsorizza i jolly. Ma spesso cambiare in continuazione posizione può disorientare l’interessato che, tanto per fare un esempio, Roberto Mancini vede bene per la Nazionale anche come esterno alto. Spostarlo a seconda delle esigenze può togliergli quella continuità che dall’inizio della stagione è del resto mancata nelle sue prestazioni. Anche se non si è mai sbilanciato in pubblico, Lorenzo ha fatto capire di preferire il ruolo più avanzato. Da trequartista o mezzapunta. Nella Roma di oggi, però, è più utile in mediana, soprattutto se Josè riesce a far quadrato…. L’exit strategy ideale diventa il cambio di sistema di gioco: virata verso il 4-3- 2-1 (volendo anche il 4-2-3-1). L’albero di Natale che in passato ha premiato Carletto Ancelotti. La mossa è pronta, con Mou che ha cominciato l’addestramento pure in partita. Il capitano, se venisse scelto il 4-3-2-1, tornerebbe a fare la mezzala, cioè nel ruolo che gli ha permesso di rientrare alla base dopo l’esperienza in Emilia con il Sassuolo. Idea che renderebbe più efficace il nuovo benvenuto a Wijnaldum.


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