Agguato agli ultras della Roma, il rischio è una guerriglia d’Europa

Solidarietà diffusa ai romanisti (e vertice notturno con i laziali) dopo l’aggressione dei serbi. Il sindaco Gualtieri in ansia, il ministro Piantedosi chiede attenzione elevata
Agguato agli ultras della Roma, il rischio è una guerriglia d’Europa© BARTOLETTI
Giorgio Marota
3 min

ROMA - Lo striscione è l'anima di un gruppo ultras e rubarlo ai rivali significa letteralmente strappargliela a morsi dal petto. «Se lo vediamo domenica al Maradona, scoppia la guerra civile» minacciano alcuni romanisti nelle chat e sui blog, convinti che i mandanti dell'agguato di sabato sera a Roma, compiuto dai fan della Stella Rossa, siano proprio i rivali partenopei, con i quali i serbi sono gemellati. Preoccupato dalla possibile escalation di violenze, ieri è sceso in campo il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che aveva già vietato a romanisti e napoletani le trasferte (per due mesi) in seguito agli scontri sull'A1; il capo del Viminale ha partecipato alla riunione del Comitato per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, raccomandando «massima attenzione» alla polizia.

I fatti

Dopo Roma-Empoli, 40 serbi hanno assalito con manganelli e bastoni alcuni componenti del gruppo Fedayn (storica sigla giallorossa) per rubare il loro striscione, seminando il panico a pochi km dall'Olimpico. Due persone sono finite in ospedale, una è ancora sotto osservazione per un ematoma cerebrale. Portata via anche la "pezza" gigante con la scritta “Brigata Roberto Rulli”, il fondatore del gruppo, che campeggia sempre in Curva Sud. I supporter della Stella Rossa si trovavano a Milano per la partita di basket contro l'Olimpia, ma la polizia di Belgrado non avrebbe mai condiviso le info sugli spostamenti dei connazionali con i colleghi italiani. Una prima informativa della Digos è già arrivata in procura e ora si temono ritorsioni nei confronti dei serbi residenti a Roma, mentre il sindaco Gualtieri ha chiesto di «rafforzare la sicurezza e il presidio del territorio».

Incontro

Per dare subito una risposta, domenica notte i Fedayn hanno incontrato gli ultras della Lazio nella propria sede al quartiere Quadraro. Durante il summit, potrebbe essere stato concordato un piano d'azione (nonostante la rivalità cittadina) per vendicare l'attentato. Secondo i romanisti, la responsabilità dei napoletani sarebbe quella di aver aiutato i serbi nella logistica, indicando tempi e modalità dell'attacco. Versione che i tifosi azzurri hanno smentito nei primi interrogatori della Digos, dichiarandosi estranei ai fatti. L'odio tra le due fazioni si è acuito dopo la morte del tifoso Ciro Esposito e ha vissuto tanti momenti di alta tensione, per ultimo quello alla stazione di servizio di Badia al Pino lo scorso 8 gennaio.

Scenari

Tante tifoserie hanno espresso solidarietà ai Fedayn e ora c'è il rischio che ultras di diverse città si mettano in viaggio verso Belgrado per vendicare insieme «un attacco giudicato unilateralmente vigliacco ed estraneo ai valori della cultura ultras», come è stato definito in un comunicato diffuso da fonti anonime. Tra l'altro, i romanisti hanno un'amicizia con i tifosi della Dinamo Zagabria, croati e quindi nemici storici dei serbi della Stella Rossa. Le mappe del tifo aprono scenari inquietanti di possibili


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