Roma, Pellegrini e quei fischi ingenerosi

Il capitano giallorosso vive un momento non semplice: ha giocato diverse volte senza allenarsi a causa di un infortunio
Roma, Pellegrini e quei fischi ingenerosi© AS Roma via Getty Images
Roberto Maida
3 min

Fischiato a venti secondi dalla fine di una partita vinta. Fischiato come simbolo della figuraccia di Coppa Italia. Fischiato da pochi, in verità, ma ben udibili. Lorenzo Pellegrini non se l’aspettava, stavolta. Altre volte aveva sentito i mugugni dell’Olimpico in passato. Ma erano tempi diversi, lui era ancora un giovane emergente, non certo il leader tecnico e carismatico del gruppo di oggi. Non si aspettava i fischi contro l’Empoli perché per almeno tre settimane ha giocato senza allenarsi, più con la testa che con le gambe. Non poteva correre, a causa del forte dolore a una coscia determinato da uno scontro capitato nel corso di Roma-Genoa, la partita che resterà alla storia per essere l’ultima esibizione di Zaniolo. 

Sacrificio

Mourinho gli ha chiesto di tener duro, di gestirsi, per non privare la squadra del suo contributo. Lo ha tenuto fuori solo a La Spezia, quando a malapena riusciva a camminare. Per il resto non ha voluto rinunciare alla sua qualità, ancorché depotenziata dalla condizione atletica insufficiente. Di conseguenza Pellegrini non ha giocato bene. O comunque non ha giocato secondo le sue possibilità normali. Fino a che qualche tifoso, tra i sessantamila, gli ha riversato addosso il proprio disappunto contro l’Empoli. Difeso anche mediaticamente dall’allenatore, che continuerà a ritenerlo indispensabile per la Roma, Pellegrini ha assorbito la delusione e si è rimesso a lavorare: ieri, primo allenamento della settimana, finalmente ha potuto svolgere una seduta completa. Sabato a Lecce dovrebbe essere più pronto. 

Sottotono

Non è stata fin qui una grande stagione, soprattutto rispetto all’anno scorso. In campionato, per dire, Pellegrini ha segnato solo su rigore (2 gol) e diverse volte è sembrato a disagio. Ma merita molte attenuanti. In autunno si è fermato per i soliti problemi muscolari, saltando Sassuolo e Torino dopo essere stato obbligato a chiedere il cambio nel derby. E alla ripresa dell’attività, quando stava tornando in forma, è stato colpito duro in Coppa Italia. «Non voglio cercare alibi fisici per come sto giocando - ha ammesso con onestà dopo la sconfitta con la Cremonese - ma su di me sono state dette e scritte cose non vere. Io sono sempre disposizione della Roma». Gli dava fastidio che fosse messa in dubbio la sua affidabilità muscolare, perché nell’ultimo caso si è trattato di un infortunio casuale. Traumatico.

Devozione

Eppure Lorenzo, da capitano, non si è mai risparmiato. In passato ha perduto l’occasione di vincere un Europeo con la Nazionale per aiutare la Roma nei momenti di difficoltà (primavera 2021). E in generale, quando gli allenatori gli hanno chiesto un supporto, non si è mai chiamato fuori. Persino quando la moglie Veronica stava per partorire, era pronto a volare a Genova per raggiungere i compagni. Fu Guido Fienga, allora amministratore delegato, a fermarlo “ordinandogli” di dedicare l’attenzione alla famiglia. Non gli si può proprio rimproverare la scarsa dedizione. Fischiare è un diritto del pubblico. Ma in questo caso appare ingeneroso.


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