Roma, Mourinho rischia la squalifica per gli insulti all’arbitro Taylor

Non c’è pace per lo Special One dopo la finale persa: L’Uefa ha aperto un’indagine sul tecnico giallorosso
Roma, Mourinho rischia la squalifica per gli insulti all’arbitro Taylor© Getty Images
Roberto Maida
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ROMA - Il futuro è enigmatico, il presente è turbolento. José Mourinho è sempre al centro del dibattito sulla Roma. Stavolta perché viene attaccato, criticato o addirittura schernito da figure più o meno pallide del suo mondo. Pensate al Feyenoord, che ha battuto due volte sul campo compresa una coppa vinta a Tirana, e che gli ha dedicato un pensiero sul social Tik Tok ricordando gli anatemi contro il collega Slot, reo di voler osservare Guardiola e non lui. «Adesso sei tu che devi guardarci in Champions...» scrivono gli olandesi, ai quali Paulo Dybala ha risposto disegnando quattro pere, quanti sono i gol che la Roma ha rifilato loro nei quarti di Europa League.

L’indagine dell’Uefa dopo gli insulti a Taylor

Ma se queste sono scaramucce quasi divertenti, ancorché crudeli verso una squadra che ha perso una finale ai rigori, è molto più seria l’inchiesta disciplinare aperta dall’Uefa per le frasi rivolte contro l’arbitro di Siviglia-Roma, Anthony Taylor. La procedura, che può portare a una squalifica o almeno a una multa, non si riferisce alle parole molto critiche pronunciate in sala stampa ma ai fatti avvenuti nel parcheggio della Puskas Arena due ore dopo la partita. Lì Mourinho, consapevole di essere filmato dai giornalisti, ha inveito platealmente contro Taylor insultandolo.

Le accuse a Mourinho

L’elemento più grave in termini etici è tuttavia un altro ancora: in Inghilterra e in Italia c’è chi (direttamente o indirettamente) gli attribuisce la responsabilità morale del comportamento di alcuni tifosi romanisti, che giovedì all’aeroporto di Budapest hanno insultato e intimidito l’arbitro. Come se Mourinho avesse aizzato la violenza. Come se il caos fosse orchestrato a distanza dal grande burattinaio.

La condanna della Premier League

Comprensibile e condivisibile è invece l’intervento della Premier League, dell’associazione arbitri inglesi e dell’Uefa a difesa di Taylor, che ha diretto malissimo la finale e di questo risponderà davanti a Roberto Rosetti, il designatore italiano del calcio europeo, ma di certo non meritava un assalto minaccioso mentre beveva una coca cola con la famiglia. «La Uefa condanna con veemenza il comportamento violento nei confronti del suo arbitro Anthony Taylor e della sua famiglia. La Uefa è ferma nel suo impegno a creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti i partecipanti, compresi gli arbitri, e non tollererà alcuna forma di comportamento violento nei loro confronti. Esortiamo tutti i giocatori, allenatori e tifosi (...) a trattare gli arbitri con dignità e rispetto». Resta da capire perché la polizia ungherese abbia sottovalutato gli effetti di un incrocio pericoloso tra l’arbitro e i tifosi romanisti di ritorno da Budapest. «Ci impegniamo costantemente - continua l’Uefa - per migliorare le misure di sicurezza per i funzionari in coordinamento con le autorità locali. Valuteremo attentamente gli incidenti e incorporeremo preziose informazioni nei nostri futuri processi di pianificazione degli eventi». Sul tema si sono espressi, manifestando solidarietà a Taylor, anche Pep Guardiola e altri allenatori inglesi.

Improbabile sanzione per la Roma

È una brutta storia che ha fatto il giro del mondo e ha creato un danno di immagine alla Roma dei Friedkin, particolarmente seccati per l’incidente. Conseguenze sulle prossime trasferte? Difficile prevedere la reazione dell’Uefa. Ma siccome l’episodio è avvenuto in un aeroporto, la stangata appare improbabile. Non sarebbe giusta per il 99,99% dei romanisti che ha colorato civilmente Budapest all’inseguimento di un sogno.


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