Roma, l'Olimpico di Carletto: il ricordo di Mazzone

Atmosfera da brividi nel prepartita con la Salernitana per l’omaggio di tifosi (e autorità) al tecnico più amato
Giorgio Marota
5 min

ROMA - Come un padre per Totti, Baggio, Guardiola, Materazzi, Toni, Pirlo e tanti altri campioni. Come un fratello per milioni di tifosi che hanno ammirato di Carlo Mazzone la passione, la spontaneità e quell’ironia pungente - tipicamente romana - esportata con orgoglio in tanti angoli di questo Paese. L’Olimpico, il suo stadio, ieri l’ha ricordato con un lungo applauso, tanti striscioni e un coro incessante e vibrante partito dalla Sud e propagatosi in ogni settore: «Carletto Mazzone eeeh oooh!». Atmosfera da brividi. Nel prepartita di Roma-Salernitana si sono alzati tutti in piedi, inclusi Ryan Friedkin, il presidente del Coni Malagò e Boniek, mentre sui tabelloni luminosi è comparsa una foto del trasteverino in tutta gialla e con un berretto giallorosso in testa. L’omaggio è stato semplice, autentico e senza fronzoli, come avrebbe probabilmente voluto "Er Sor Magara". «La tua romanità per sempre viva. Ciao sor Carletto», «Un altro pezzo di Roma che se ne va.... Corri Carletto Corri, verso il Paradiso!», «In panchina un gladiatore, nella vita un signore» sono stati solo alcuni tra i messaggi che i tifosi hanno scritto sui lenzuoli bianchi. In un pomeriggio di commozione, lo speaker del club ha espresso il pensiero dei 60 mila presenti sugli spalti: «È stato uno di noi, amava la Roma. Addio mister!», mentre sui led all’entrata delle tribune stampa e autorità la società ha fatto scrivere una delle frasi che dice molto del legame tra il tecnico e questi colori: «Non puoi dire di aver allenato se non hai guidato i giallorossi. Quando nominate Roma, a me brillano gli occhi».

Funerali

Ad Ascoli Piceno, la città dove Mazzone viveva, dove cominciò la sua carriera e dove conobbe anche la moglie, oggi è lutto cittadino. Non ci sarà una camera ardente e i funerali si terranno alle 16.30 nella chiesa di San Francesco in Piazza del Popolo, con tanto di maxi-schermi sul sagrato. Previste centinaia di persone. Non mancheranno certamente gli Ultras 1898, gruppo organizzato che segue l’Ascoli: «Forse è impossibile descrivere questo momento e quella che è davvero una grande perdita soprattutto per il calcio ascolano. Sor Carletto o "Coccia pelata" per dirla alla Rozzi è stato il primo artefice in campo della nostra gloriosa storia, lui piceno d'adozione ha rappresentato il focoso e genuino temperamento della nostra città». Le attività commerciali, i locali e gli uffici pubblici resteranno chiusi durante le esequie.

Ricordi

Nel weekend Mazzone è stato ricordato in tutta Italia e anche all’estero. A Manchester, dopo la sfida tra City e Newcastle, Guardiola si è presentato in sala stampa con una maglia per ricordare quella famosa esultanza in Brescia-Atalanta del 2001, quando il tecnico corse sotto il settore ospiti dopo il pareggio di Baggio. «Peppe», come lo chiamava affettuosamente Carletto, era arrivato a Brescia da pochi giorni. «È un momento molto triste per me e per la mia famiglia. Era come un padre, era una leggenda del calcio italiano». Ha strappato a tutti un sorriso l’aneddoto di Buffon: «Ricordo un Parma-Brescia finito 3-0. Sul punteggio di 1 a 0 e a 15 minuti dalla fine ho fatto una tripla parata che ha salvato il risultato. A fine gara mi ha incrociato e in mezzo a una trentina di persone e mi ha detto "A Buffon... ma che t'ho fatto? Oggi me sembravi Lazzaro... che te rialzavi sempre!"». Nelle ultime 48 ore è stato un susseguirsi di messaggi da parte delle istituzioni del calcio e dello sport: Gravina, Casini, Abodi e anche Infantino. «Un personaggio inarrivabile - il pensiero del presidente della Fifa - Non sussurravi: urlavi, perché il tuo messaggio fosse forte e chiaro, anche quando correvi sotto le curve dei tifosi avversari. Hai allenato i più grandi e dai più grandi sei stato amato e rispettato. Ahò (come dicevi tu...), buon secondo tempo Carletto».


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