Sabatini e il retroscena su Nainggolan, De Rossi e Maicon: "Un deliquente, un grandissimo testa di..."

L'ex ds della Roma, dal 2011 al 2017, ricorda i tempi in cui i tre calciatori giocavano insieme e svela alcuni divertenti aneddoti sui campi di Trigoria
Sabatini e il retroscena su Nainggolan, De Rossi e Maicon: "Un deliquente, un grandissimo testa di..."© Bartoletti
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La nostalgia dei bei tempi passati assieme tra i campi di Trigoria. Walter Sabatini e Radja Nainggolan sono intervenuti al podcast Caffettino per ricordare le stagioni trascorse insieme alla Roma. È stato proprio l'ex dirigente sportivo giallorosso ha portare il Ninja nella Capitale, prendendolo in prestito dal Cagliari nel 2014. Fu una delle operazioni di mercato più riuscite da Sabatini, come lui stesso ammette: "Radja è il più forte centrocampista che io ho mai visto giocare. Quando scendeva in campo mi dava l’impressione che fosse imbattibile nei duelli e nella qualità di gioco con il pallone ma non solo. Ma è stato anche un grandissimo testa di c***o, un grande esperto di 'bugie bianche' perché diceva di essere a casa e invece era sulla Colombo frecciando in auto come un folle, ma la mattina arrivava puntuale al campo e lavorava tanto e poi si vedeva la domenica. È un calciatore che non c’è ora in giro: trovo strano che nessuno non lo abbia cercato, per me la sua carriera non è assolutamente finita visto che è in condizione fisica e psichica. I******o e in forma com'è darebbe un grande contributo in campo". Eppure all'inizio della carriera del belga, fu proprio Walter a scartare Radja: "Qualcuno non mi voleva al Palermo perché ero troppo piccolo", rivela il centrocampista. "Io ne ho fatti di errori nella mia vita, però poi a differenza degli altri me li correggevo. poi mi sono fatto perdonare alla Roma", ribatte l'ex dirigente di Palermo, Samp e Salernitana.

Un trio di delinquenti

La Roma di Walter Sabatini era una rosa ricca di talenti: oltre a Nainggolan infatti c'erano anche Daniele De Rossi e Maicon. Un trio di fantasisti, anche un po' delinquenti: "De Rossi è un delinquente come Radja, si somigliano molto loro due. Anche fuori dal campo: Nainggolan è un delinquente, che però io adoro, non lo cambierei con nessuno al mondo". "Con i bravi ragazzi si va a scuola e…", risponde ridendo il belga.

"Lui doveva essere un delinquente così per essere il giocatore che è stato: arrogante in campo con il senso della sfida, sputando sangue ma con i suoi vizi. Non avevo solo lui con questa tendenza ma anche il leggendario Maicon. Avevo una persona addetta al recupero di questi due: prima di farli allenare gli dicevo, vai a vedere come stanno. Non sapevo come sarebbero arrivati in campo, barcollanti sicuro. Però quando si allenavano anche con 5’ minuti di sonno poi facevano i professionisti in campo. Ho avuto calciatori bizzarri ma meravigliosi, sono contento di aver vinto tantissimo con loro e con una squadra che giocava le partite alla grande", conclude Sabatini.

Nainggolan seguirà De Rossi ovunque

Nainggolan è l'unico che può dire di aver vissuto De Rossi dentro al campo, in ogni sua sfaccettatura: da capitano a compagno di squadra e poi da allenatore. "Lo conosco da dentro e fuori dal campo e molti possono dire che è una testa di c****o, può dar fastidio il suo temperamento così forte", ammette il Ninja. "Eccellente capitano, compagno di squadra e allenatore con i suoi insegnamenti: ha sempre avuto una consiglio per tutti sia giovani che meno giovani. Io sono andato alla Spal per lui, sono andato ad aiutarlo ma gli hanno dato dieci giorni e poi lo hanno mandato via: siamo rimasti entrambi con il cerino in mano. Se dovesse avere una nuova squadra e mi richiamasse io correrei. Mi conosce tantissimo ed ero molto emozionato e curioso di vedere come sarebbe stato in campo da allenatore. Quando è stato esonerato ho visto 30 giocatori piangere, ma prima quando potevano fare qualcosa non hanno fatto nulla per salvarlo, non hanno giocato come lui voleva".  Il futuro da allenatore però per l'ex capitano della Roma non è in dubbio nemmeno per Sabatini: "Daniele avrà le sue occasioni, ne sono totalmente convinto. Le idee di Daniele non erano compatibili all’atmosfera di Ferrara".


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