Roma al completo oggi a Trigoria, Mourinho: "No filosofie, conta vincere”

Il tecnico portoghese ha rilasciato una lunga intervista: ecco il pensiero dello Special One sul calcio e non solo
Roma al completo oggi a Trigoria, Mourinho: "No filosofie, conta vincere”© AS Roma via Getty Images
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Dopo la sosta per le Nazionali, riprende il campionato. José Mourinho, tecnico della Roma, è tornato a parlare rilasciando una lunga intervista al sito gameplan-a.com, raccontando la propria vita a tutto tondo. "Ero uno studente abbastanza bravo - racconta Mou nell’intervista - mi ero iscritto alla Facoltà di Economia ma dopo un paio di settimane ho deciso che non faceva per me. Prima di diventare un allenatore professionista ho imparato tante cose: ho avuto modo di insegnare ai bambini con la sindrome di Down, è stata un'esperienza incredibile che mi ha aperto un mondo".

L’importanza della comunicazione

“Non è possibile essere un tecnico di alto livello senza conoscere le lingue. Il calcio è universale, all’interno di una squadra hai tanti ragazzi di nazionalità diverse, ed è necessario trovare empatia con tutti i tuoi giocatori. Quindi devi saper comunicare al meglio, devi conoscere diverse lingue per ottenere il meglio dal tuo gruppo”.

Gli inizi della carriera

“Ho iniziato a lavorare nel mondo del calcio in Portogallo, con Sir Bobby Robson in Portogallo, poi ho avuto modo di seguirlo a Barcellona. Per un giovane come me è stata un'esperienza incredibile. Successivamente ho fatto parte dello staff tecnico del signor Van Gaal, che era un allenatore completamente diverso da Robson. Tutto ciò mi ha dato la possibilità di conoscere due filosofie di calcio completamente diverse”.

La personalità di un leader

“Per essere il leader di un gruppo devi avere una grande personalità, e prendere delle decisioni. E questo aspetto non è negoziabile. Se le sessioni di allenamento iniziano alle 10 del mattino, si inizia alle 10. non aspetto un solo minuto. Puoi anche essere Diego Maradona, io non aspetto: la squadra è la cosa più importante, anche se sei il miglior giocatore del mondo. Ognuno deve rispettare le regole e mostrare il rispetto per i colleghi. L’allenatore deve essere aperto perché lavora con un gruppo. Ma il gruppo ha bisogno di una sola voce per essere guidato. Un tecnico deve saper ascoltare il gruppo per farlo funzionare come una squadra. Ma il gruppo ha bisogno di una guida per funzionare”

Il senso del calcio è vincere, non vendere filosofia

“Quando vedo i colleghi che combattono per non retrocedere e riescono a salvare la loro squadra, per me questo è vincere. Vincere non significa necessariamente essere un calciatore che alza la coppa. Vincere non significa solo portare a casa una medaglia o una coppa. La cosa più importante nel nostro sport è vincere, non vendere la filosofia. Non bisogna vendere scuse, ma essere un vincitore”.

La strada che porta al successo

Se uno volesse seguire il successo gli direi, preparati al meglio che puoi; non affrettarti, troppo presto, perché è molto difficile. Quindi, quando prendi il tuo primo incarico da allenatore, devi essere pronto. Se non sei pronto per quel lavoro, lo perderai velocemente. Verrai esonerato. Il segreto del successo sta nella preparazione. Più sei preparato, meno possibilità hai di fallire”.

L’esperienza fa la differenza

“È molto importante mantenere l'equilibrio e questo è qualcosa che ho imparato molto con l'esperienza. Vinci tre partite di fila, ma non è il paradiso, perché prima o poi arriva una sconfitta. Perdi due, tre partite di fila; non è nemmeno un inferno, perché uscirai da questo momento buio e tornerai a vincere. Penso che più esperienza hai, più sei equilibrato. E i giocatori quando ti guardano vedono in te una roccia, vedono davanti a loro una persona della quale si possono fidare. Empatia significa andare tutti nella stessa direzione”.


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