Roma, assalto a Mourinho: tre club preparano l’offerta per convincerlo

Lo Special One è totalmente concentrato sui giallorossi, ma con il contratto in scadenza non mancano i pretendenti
Jacopo Aliprandi
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ROMA - «Vincere è la cosa più importante nel calcio. Non bisogna trovare scuse o professare qualche filosofia, serve solo essere un vincente». Parola di José Mourinho, uno che di vittorie ne sa qualcosa e ne è ancora affamato. Perché se è vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio, lo Special One dopo ventisei trofei non ha mai perso la sua voglia di mettersi in gioco, lottare per un titolo o cambiare mentalità a una squadra. L’esempio perfetto è la Roma, portata al successo due stagioni fa e trascinata fino a Budapest lo scorso maggio. E al netto di un avvio di stagione complicato, anche quest’anno il portoghese ha intenzione di arrivare a un successo. Che può essere un trofeo, o il raggiungimento del tanto ambito ingresso in Champions League. La vittoria è nel Dna di Mourinho, motivo per cui il tecnico è sempre e inevitabilmente nei radar di club blasonati che si guardano intorno per il futuro della propria panchina. E allora non può sorprendere se un anno fa il Portogallo voleva ingaggiarlo, se il Brasile lo aveva contattato, se il Newcastle ci aveva ragionato su e se l’Arabia era pronta a offrirgli lo stipendio più alto per un allenatore nella storia del calcio. Detto questo, non può neanche stupire se il nome di Mou, all’ultimo anno di contratto con la Roma, stia circolando con insistenza anche negli ambienti madridisti.

Il Real e il nesso logico

Voci, rumors, indiscrezioni che si rincorrono in Spagna e che sono arrivati anche a diversi media. Il Mundo Deportivo - nonostante sia un periodico vicino al Barcellona - ha rilanciato ieri la candidatura di Mou per la panchina del Real Madrid dopo l’ormai probabile addio di Carlo Ancelotti alla fine della stagione. «La tifoseria ne sarebbe entusiasta, pronta a riaccogliere lo Special One e a dargli fiducia grazie alla sua esperienza e al suo carattere», si legge tra le righe dell’articolo. Di certo sarebbe una soluzione che si avvicinerebbe molto a quella portata avanti in questi anni da Florentino Perez. Niente scommesse in panchina, ma un allenatore plurivincente, carismatico e gestore di uno spogliatoio di campioni. Da Ancelotti a Mourinho, tutto tornerebbe. 

Mourinho e la ricerca di esperienza

Se il tecnico portoghese in questo momento è totalmente concentrato sulla Roma e avrà tempo per decidere una destinazione (ma lasciamo sempre una porticina aperta sul rinnovo, sebbene a oggi non ci siano stati contatti), la suggestione del suo ritorno sta scuotendo l’ambiente blancos. Proprio ieri l’Adidas ha pubblicato una intervista a José sulla sua carriera e il suo rapporto con club e giocatori: «Penso che più esperienza hai, più sei equilibrato e più i giocatori ti guardano e ti vedono come una roccia, come qualcuno di cui possono fi darsi. Empatia significa tutti insieme nello stesso progetto». Parole chiave esperienza ed empatia, caratteristiche essenziali per farsi seguire nello spogliatoio del club più importante del mondo. Qualità che José ha già dimostrato di avere al Bernabeu riuscendo non solo a gestire un certo Cristiano Ronaldo, ma anche a farlo rendere come mai più fatto da nessun altro allenatore: 168 gol e 49 assist in 164 partite tra campionato e coppe. Nient’altro da aggiungere. Se Xabi Alonso viene dato tra i candidati per la panchina del Real, la voce su Mourinho non può che spaventare l’ex centrocampista spagnolo, ex allievo proprio dello Special One. 

Mourinho e il rilancio saudita

«Testa sulla Roma, ma nel mio futuro ci sarà l’Arabia», aveva detto José solo pochi giorni fa. Di certo le avances dei due club di Gedda, Al-Ahli e Al-Ittihad, si fanno sempre più insistenti. Dopo i 96 milioni netti off erti soltanto pochi mesi fa, adesso i sauditi sono pronti a offrire al tecnico uno stipendio ancora più alto (si parla di 50 milioni a stagione) per convincerlo ad accettare già a giugno. Ma i soldi non sono tutto, José lo ha già dimostrato, e se dovesse arrivare ufficialmente la proposta da Madrid, l’Arabia sarebbe una meta da considerare tra qualche anno. Perché il Real è sempre il Real.


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