I Friedkin arrivano a Roma: cosa succede ora con Mourinho e la squadra

La proprietà pronta a sbarcare a Trigoria: il tecnico aspetta segnali sul rinnovo e non solo

Era presente anche Mourinho, naturalmente, quando Tiago Pinto ha annunciato alla squadra il suo addio a fine gennaio. Un applauso a fine discorso, il cinque con il gm prima di concentrarsi nuovamente sul campo e sulla preparazione della sfida contro l’Atalanta, sempre con l’emergenza difesa, prima di tuffarsi sul derby conquistato tra le mille difficoltà di una squadra stravolta da infortuni e indisponibilità. L’addio di Tiago Pinto non è un’indicazione sul futuro del tecnico che ancora sta aspettando segnali dalla proprietà, attualmente concentrata soprattutto sull’individuazione del prossimo direttore sportivo. Non è quindi escluso che dopo l’annuncio della prossima figura dirigenziale - «tra qualche settimana l’annuncio», hanno scritto i Friedkin - non possa arrivare anche qualche novità legata alle sorti della panchina giallorossa. Sulla quale siede saldamente adesso Mourinho, non tanto per il presidente ma per la volontà del popolo. José dopo la Cremonese ha ancora una volta evidenziato quel fattore determinante per i risultati, quell’empatia con i tifosi della Roma nata ancor prima dello sbarco nella Capitale e che adesso è diventata la vera arma in più della stagione. «Per questa gente non ho più parole. Se perdi in casa contro una squadra che dovresti battere, in teoria la gente dovrebbe fischiare e metterti insicurezza. Ma questi tifosi sono diversi, di una tenerezza unica dentro e fuori dallo stadio. Ho vinto tanto, da tante parti, ma nessuno di questi club ha questo livello di rispetto e tenerezza».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

I Friedkin a Roma, tutti gli scenari con Mourinho

Spettasse ai tifosi la decisione, Mourinho resterebbe il tecnico della Roma per acclamazione. Per ciò che ha dimostrato sul campo (vittoria della Conference, finale di Europa League, aumento della visibilità del club, crescita dei ricavi grazie alla valorizzazione dei giovani e gli arrivi di alcuni big), ma anche per ciò che ha dimostrato fuori. Quindi il rispetto per il club con gli svariati no alle offerte arrivate sul suo tavolo in questi anni: dal Real Madrid (quando aveva la parola con la Roma, ma non aveva ancora firmato il contratto), alla panchina del Portogallo poco più di un anno fa, fino alle lusinghe faraoniche dell’Arabia Saudita. Poi il Brasile, che di fatto lo ha sempre tenuto in considerazione nel corso degli anni: perché chi meglio di Mourinho (o Ancelotti) può guidare una squadra di campioni da gestire e amalgamare tatticamente? Ma dopo il no di Carletto è arrivato tramite Mendes anche quello dello Special One: «Al mio procuratore ho detto che finché non sappiamo se la Roma sia interessata ad avermi qui non voglio parlare con altri club. E se lui parla non me lo deve dire, non lo voglio sapere». Mourinho ad alta fedeltà. Altro gesto apprezzato dai tifosi, altro segnale mandato ai Friedkin che devono registrare l’umore popolare e regolarsi di conseguenza. Non è detto che si lascino infl enzare dal consenso quasi plenario per l’allenaore ma almeno si porranno il problema prima di decidere. È probabile che i proprietari del club sbarchino a Roma entro domenica non solo per lavorare insieme a Souloukou sulla transizione tra vecchio e nuovo direttore sportivo ma anche per osservare il rendimento della squadra nel prossimo trittico di partite da incubo tra Atalanta, Lazio e Milan. Si dice che intanto stiano parlando anche con diversi allenatori, Xabi Alonso in primis: «Ma io non ci credo - ha detto Mou mercoledì -. Non ho nessun motivo di pensare che la nostra proprietà non sia onesta come lo sono io. Mi fido al 100% della loro onestà, non penso che parlino con altri allenatori alle mie spalle». Messaggio chiarissimo, palla ai Friedkin.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Era presente anche Mourinho, naturalmente, quando Tiago Pinto ha annunciato alla squadra il suo addio a fine gennaio. Un applauso a fine discorso, il cinque con il gm prima di concentrarsi nuovamente sul campo e sulla preparazione della sfida contro l’Atalanta, sempre con l’emergenza difesa, prima di tuffarsi sul derby conquistato tra le mille difficoltà di una squadra stravolta da infortuni e indisponibilità. L’addio di Tiago Pinto non è un’indicazione sul futuro del tecnico che ancora sta aspettando segnali dalla proprietà, attualmente concentrata soprattutto sull’individuazione del prossimo direttore sportivo. Non è quindi escluso che dopo l’annuncio della prossima figura dirigenziale - «tra qualche settimana l’annuncio», hanno scritto i Friedkin - non possa arrivare anche qualche novità legata alle sorti della panchina giallorossa. Sulla quale siede saldamente adesso Mourinho, non tanto per il presidente ma per la volontà del popolo. José dopo la Cremonese ha ancora una volta evidenziato quel fattore determinante per i risultati, quell’empatia con i tifosi della Roma nata ancor prima dello sbarco nella Capitale e che adesso è diventata la vera arma in più della stagione. «Per questa gente non ho più parole. Se perdi in casa contro una squadra che dovresti battere, in teoria la gente dovrebbe fischiare e metterti insicurezza. Ma questi tifosi sono diversi, di una tenerezza unica dentro e fuori dallo stadio. Ho vinto tanto, da tante parti, ma nessuno di questi club ha questo livello di rispetto e tenerezza».


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
I Friedkin arrivano a Roma: cosa succede ora con Mourinho e la squadra
2
I Friedkin a Roma, tutti gli scenari con Mourinho