De Rossi (all.) 7
C’è ancora chi non crede alla magia? Aveva debuttato da calciatore in un derby vinto grazie a un gol di Mancini il brasiliano, festeggia l’esordio da allenatore grazie a un gol di Mancini il toscano. Sceglie il dispositivo ibrido: difesa a tre e mezzo con El Shaarawy a spingere e ripiegare. Un attestato di umiltà e raziocinio che sorprende e imbriglia la Lazio. Nel finale si arrocca in un vero 5-3-2 senza concedere quasi niente al progetto di rimonta. E poi va a godersi la festa sotto alla Curva Sud, casa sua. Con questa vittoria, che alla Roma mancava da più di due anni, sale a 26 punti in 11 giornate. Ryan Friedkin sogghigna in tribuna, pianificando forse il rinnovo del contratto. Ci sarà tempo e modo di parlarne.
Svilar 6,5
L’unico tiro che merita la sua attenzione arriva da lontano a inizio ripresa (Castellanos) e non è neanche così pericoloso. Ma è nella sicurezza fuori dalla porta a dimostrare coraggio e personalità: i palloni alti sono tutti suoi.
Llorente 7
Piazzato da centrale destro tiene sempre alta la soglia dell’attenzione. Morde e rilancia senza fronzoli.
Mancini 7,5
E’ fortemente simbolico che sia lui, il giocatore più sanguigno della squadra, a regalare il derby alla Roma di De Rossi. Comincia male ma poi stacca deciso sul calcio d’angolo che interrompe una serie negativa lunga 25 mesi. Celebra l’impresa due volte sotto alla Curva Sud, prima con l’inchino davanti al suo pubblico e poi afferrando una bandiera non proprio signorile nei riguardi della Lazio.