La Roma in Champions? Quanto perderebbero le altre

Ricavi del torneo divisi su base europea: non c’è interesse a restringere il nostro contingente. Ma i premi della Serie A possono motivare l'Atalanta
Roberto Maida
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ROMA - È una faccenda di prestigio e di ambizione, certo, ma anche e soprattutto di soldi. Una vera montagna di denaro accatastata un bonifico dietro l’altro. Prima di tutto per la Roma, perché tra la partecipazione alla Super Champions e quella all’Europa League ballano circa 50 milioni di differenza alla voce ricavi. Ma anche per le tre squadre che indirettamente possono aprire per la prima volta ai Friedkin il portone del privé: Bologna e Juventus, attualmente terze in classifica, e l’Atalanta fresca vincitrice dell’Europa League che in Serie A è quinta a -2. Vediamo cosa può succedere allo sprint.

La Roma in Champions dipende dall'Atalanta

Come è ormai chiaro, la Roma sale in Champions come sesta del campionato italiano soltanto se Gasperini non scavalca nessuno in classifica. Questo perché il nuovo regolamento Uefa assegna un posto bonus in più ai primi due Paesi per il ranking stagionale soltanto ex post, quando tutte le competizioni hanno espresso i propri verdetti. Dunque l’Atalanta entrerà in Champions non grazie all’extra slot italiano (ne avrà uno anche la Germania, dove per la stessa ragione l’Eintracht sesto sta aspettando la finale di Champions in cui è coinvolto il Borussia Dortmund quinto) ma grazie all’impresa di Dublino.

Bologna, Juve e Atalanta: corsa a tre, Roma spettarice interessata 

E allora la Roma può sperare, pur sapendo che l’Atalanta deve giocare ancora due partite. Entrambe in casa: domenica contro il Torino, motivato dalla caccia a un posto in Conference, e il 2 giugno nel controverso recupero contro la Fiorentina, quando Italiano potrebbe già essersi saziato con la finale di Atene. Insomma se l’Atalanta arraffa 6 punti su 6, arriverà terza. E quindi niente bonus: De Rossi giocherà l’Europa League. In caso contrario, molto dipende da Bologna (chiude stasera a Genova) e Juventus (domani allo Stadium contro il Monza). Esiste anche l’ipotesi più favorevole: se l’Atalanta perde domenica alle 18 contro il Torino e le due davanti vincono oppure pareggiano entrambe chiudendo a 69, la Roma entrerà in campo ad Empoli già sicura della Champions perché per la classifica avulsa Gasperini non potrebbe recuperare più neanche una posizione, anche battendo la Fiorentina.

Market pool, la divisione è su scala europea

Ma le combinazioni sono molteplici. Ed esiste la possibilità concreta che niente sia deciso fino al recupero del 2 giugno. A questo proposito vale la pena di ricordare che la torta dei ricavi Uefa, secondo la riforma, è stata modificata negli ingredienti: quindi non è vero che le italiane hanno maggiore convenienza a giocare la Champions in cinque invece che in sei, per spartirsi fette più succulente del cosiddetto market pool. Il market pool adesso è diviso su scala europea tra le 36 partecipanti: l’inserimento della Roma, stando ai nostri calcoli, potrebbe costare al massimo alle squadre italiane 300.000 euro. Per assurdo vale molto di più il piazzamento italiano: tra il terzo e il quinto posto ballano circa 4 milioni. È una buona ragione per tutte le contendenti per giocare al massimo ogni partita. Se per i Friedkin sarà stato un vantaggio, lo scopriremo nei prossimi giorni.


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