Ivan Juric ha un’idea del paradiso fatta di tutte quelle cose per le quali un altro al posto suo si sentirebbe all’inferno. Descrizione sintetica di inferno ambientale: la protesta – insistita, ma civile – della Sud contro i Friedkin; l’ombra di De Rossi a pochi metri dalla panchina (lo segue anche in trasferta); il capitano Pellegrini ripetutamente fischiato dall’Olimpico; i flessori del miglior giocatore, Dybala, che ogni tanto (spesso) friggono. E, a margine, un paio di rigori non dati, l’ultimo dei quali da due punti potenziali in più. Fatto un rapidissimo check, per completare il triste elenco mancherebbe giusto l’invasione delle locuste o degli ultracorpi. A Trigoria, naturalmente. Eppure… eppure Juric dice di sentirsi in paradiso. «Io ti dico quello che ho trovato dentro. Sono consapevole di ciò che accade fuori, ma sono concentrato sul mio lavoro. Che è entusiasmante. La squadra ha margini di miglioramento pazzeschi, vedo ragazzi disposti al sacrificio. Le prestazioni sono in netta crescita, e questo è importante. A Trigoria le condizioni in cui mi muovo sono fantastiche, ho solo sensazioni positive. Sapendo che fuori la situazione è quella che è, bisogna accettare e andare avanti. Non mi sono mai trovato in una storia simile, ma neppure in una altrettanto bella. Chi ama il calcio qui si diverte... Sono sicuro che con i risultati le cose cambieranno anche all’esterno, nel calcio è sempre stato così. Negli ultimi anni la Roma ha fatto fatica in campionato, noi dobbiamo ottenere di più... Io sento l’amore della gente a ogni passo». Ivan ha una sorprendente proprietà di linguaggio e trasmette gioia: confesso che mi sembra di parlare con un altro Juric.
Non temi che la protesta abbia radici troppo profonde? Inoltre hai preso il posto di una figura importante nella storia della Roma, De Rossi cacciato dopo sole 4 partite.
«Non sono contaminato dalle negatività. Arrivo fresco e ti dico che stiamo alzando il livello del gioco, delle pressioni, abbiamo maggiore continuità nella partita. Le relazioni interne sono fantastiche, abbiamo un grande direttore, con lui c’è un’ottima comunicazione, condividiamo tante cose e vogliamo fare bene. Sono concentrato solo su questo, non posso entrare nel merito di altre faccende, non intendo neanche farlo. Mi interessa preparare la partita con l’Inter».