Angelino vuole farsi perdonare in Roma-Inter: Juric gli chiede il riscatto

Nella scorsa stagione il suo autogol spianò la strada ai nerazzurri. Ora con i giallorossi è diventato insostituibile
Roberto Maida
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Come Rodriguez? «No, come Dimarco». Il paragone scelto da Ivan Juric, che ha allenato il terzino della Nazionale ai tempi del Verona, diventa un confronto intrigante in vista di Roma-Inter: Angeliño, uno degli insostituibili del nuovo allenatore, a duello con il più quotato rivale da una fascia all’altra, sinistra contro sinistra.

Roma, la crescita di Angelino

Ingaggiato gennaio grazie a un’intuizione, nel momento in cui il Galatasaray non poteva riscattarlo, era arrivato in prestito dal Lipsia nella prospettiva di fornire a Spinazzola il tempo per le proprie pause. A giugno poi è diventato il primo acquisto in ordine cronologico della gestione Ghisolfi: 5 milioni. Ma in pochi avrebbero immaginato che Angeliño avrebbe sbaragliato ogni concorrente, reale o potenziale, giocando sempre. Da alternativa mancina si è trasformato in titolare fisso, nella doppia veste di centrale sinistro ed esterno a tutta corsia. Come Dimarco, appunto. A facilitarne il compito è stata la strategia della società, che gli ha affiancato nel ruolo il giovane e acerbo Dahl, ancora senza minuti nelle gambe a parte una comparsata nella Primavera. Però Angelino ha dimostrato un’intelligenza e una duttilità che l’hanno reso sufficientemente affidabile. tanto per De Rossi quanto per Juric. Per certi versi ha sorpreso, anche.

Angelino vuole farsi perdonare

Curiosamente, ha giocato per la prima volta centrale nella difesa a tre nello scorso campionato propri contro l’Inter. E domenica sera vorrà dimenticare quella serata cominciata benissimo, con un primo tempo quasi perfetto chiuso sul 2-1 per la Roma, e finita con una ripresa disastrosa, tra errori difensivi e il clamoroso gol mangiato da Lukaku. Angeliño, peraltro, fu responsabile dell’autorete del 2-3, secondo e definitivo vantaggio dell’Inter, nel tentativo mal riuscito di anticipare Thuram.

Angelino, difficile un ruolo in difesa

Stavolta Juric gli chiede una partita ordinata per limitare Dumfries e magari aggredirlo partecipando alla manovra offensiva. Difficilmente lo schiererà in difesa, dove ormai Hummels e Hermoso hanno raggiunto una condizione atletica adatta a giocare a buoni livelli. Con un terzino bravo palla al piede e un altro più difensivo (Celik) sul lato opposto, la Roma avrebbe la giusta stabilità per affrontare i campioni d’Italia.

Roma, rimane il problema sulle fasce

Il problema delle fasce però rimane perché, proprio quando la società ha riabilitato Zalewski, si è fermato per infortunio El Shaarawy aggiungendosi a Saelemaekers, che rivedremo dopo la sosta di novembre. Se Dahl non mostra progressi incoraggianti in queste settimane, a Trigoria dovranno pregare perché Angeliño non si buschi neanche un raffreddore dentro al ciclo autunnale di partite: bisognerebbe a quel punto mandarlo in campo con una scorta di fazzoletti, in mancanza di opzioni differenti.


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