In una lunga intervista concessa al francese Free Foot, Enzo Le Fèe si racconta a 360 gradi, parlando del suo arrivo alla Roma, del rapporto prima con De Rossi ed ora con Ranieri, passando anche per il commovente ricordo del padre scomparso.
L'arrivo alla Roma merito di De Rossi
"La scorsa estate era arrivata la chiamata del Torino, ma ero determinato a rimanere al Rennes, stavo bene. Poi ho ricevuto la videochiamata da parte di De Rossi e con lui si è stabilita subito una connessione importante, perché ne ho percepito subito l'umanità, che per me viene ancora prima del campo, purtroppo poi i risultati non sono stati all'altezza".
Il rapporto con Ranieri
"Ranieri è un grande uomo ed un grande allenatore. È stato in Francia e con lui non esistono barriere linguistiche. Con lui però bisogna lavorare duro, non guarda in faccia nessuno e manda in campo solamente chi lo merita".
Il ruolo e la 'concorrenza' con Koné
"Come giocatore mi sento un numero otto e, anche se a centrocampo siamo in tanti, abbiamo tutti caratteristiche differenti. Sono felice che sia arrivato anche Koné, non mi sento in concorrenza con lui e spero di poter formare con lui una mediana tutta francese. A me però servirà più tempo, perché lui si adatta più rapidamente. Abitiamo vicini e siamo molto amici".
L'esordio da brividi all'Olimpico
"La mia prima volta all'Olimpico non è stata fortunata, non sono partito titolare e mi sono fatto male poco dopo essere entrato, ma ricordo i brividi nel passare vicino ai tifosi, sembrava di essere entrati in un'arena".
Il ricordo del padre
"È stato lui a spingermi a diventare un calciatore, era il suo sogno, ma poi la vita ha preso una certa piega. Quando era in carcere (per occultamento di cadavere, ndr), lo andavo a trovare e i suoi compagni di cella mi chiamavano 'futuro' perché lui ne era convinto e glielo diceva. Ora che non c'è più spero sia andato in un posto migliore".