
Padel, senza dubbio. Ma anche Roma e, in generale, calcio. Quando parla Francesco Totti arrivano sempre titoli. Lo storico capitano della Roma, tra le stelle dell'EA7 World Legends Padel Tour, al Circolo Due Ponti, interviene a Sky, e parla netto del futuro della Roma. Dopo una battuta sul padel: "Da quando abbiamo smesso ci divertirci ci vediamo e stiamo bene insieme così con altri ex calciatori", Totti dice: "Non parlo da dirigente perché non lo sono, ma dico che ai tifosi bisogna sempre dire la verità. Bisogna essere onesti, dire se la Roma è da primo, decimo o dodicesimo posto. Così è più facile. Io spero che arrivi un top allenatore, prenderei un nome importante con carisma. Conte o Allegri? Secondo me hanno firmato altrove... poi magari sbaglio. Non so se prenderanno un allenatore italiano o straniero, l'importante è che abbia voglia e carisma. Un nome importante - ripete l'ex numero 10 - per una piazza che lo è". Cosa intendeva Totti: che Max ha già squadra e che Conte, forse, andrà via da Napoli? Intanto c'è uno scudetto da conquistare: "Antonio è uno dei più grandi allenatori al mondo e questo scudetto lo dimostra. Domani arriverà la certificazione, anche se ora i napoletani staranno pensando ad altri (ride, ndr)".
Totti: le parole su Ranieri e Luis Enrique
Intanto, però, la stagione va portata a termine: la Roma di Ranieri sogna la Champions intesa come qualificazione, l'Inter intesa come trofeo. E poi c'è Luis Enrique, che con Totti, alla Roma, ha lavorato 14 anni fa: "Senza nulla togliere a Enrique tifiamo tutti Inter, come è giusto e doveroso che sia essendo italiani. Lui ha avuto un po' di problemi qui tanti anni fa, poi ha fatto abbastanza bene ovunque, mentre a Parigi ha trovato la sua stabilità, ha dimostrato di poter vincere la Champions". Su Ranieri, invece, Totti quasi si emoziona: "Bisogna solo ringraziarlo, oltre a essere un grande tifoso della Roma ha fatto un percorso straordinario, commovente, nessuno se lo sarebbe aspettato. Ha preso la squadra e l'ha rimessa in corsa fino alla Champions". Nel 2019, con Fienga, fu lui a chiamarlo a Roma per la seconda volta: "In quel periodo parlavamo di nomi, alla fine mi venne un lampo con Guido e ho detto: "Chiamiamo Claudio, ci dirà sì, senza pensare a soldi e contratto". Eravamo prima della partita con il Porto, c'erano già un po' di problemi con Eusebio e a fine partita, quando lo chiamammo, ci disse subito di sì". Un po' come con i Friedkin ora: "Non so bene, non sono dentro e non so cosa pensino loro o Ghisolfi. Ma tutti noi romanisti speriamo in un nome importante per la Roma".