Sabatini esclusivo: "Con Pallotta litigavamo, ma la nostra Roma giocava a calcio"

Più che una chiacchierata un viaggio emozionante tra gioie, delusioni, amici, nemici, cattiverie: "Solo qui a Salerno mi sento amato"
Sabatini esclusivo: "Con Pallotta litigavamo, ma la nostra Roma giocava a calcio"© ANSA
Giancarlo Dotto
3 min

Va veloce. Come sempre. L’urgenza lo divora. Lo incrocio in un ristorante al centro di Salerno, «L’Unico», nome che gli si addice parecchio. Non mi lascia nemmeno il tempo di salutarlo. «Posso fare una premessa? Sono un uomo felice, tardivamente felice. Io adoro essere amato e, qui a Salerno, mi sento amatissimo, senza riserve, senza distinguo». Walter Sabatini non vuole nessuno vicino. Non gli piace sentirsi fisicamente assediato. Assegna i posti a tavola, Un triangolo, lui, io e il giovane assistente Pietro Bergamini ai tre vertici.

Sei capace di ricambiare quando ti si ama così tanto?

«No. Ma sto contraendo un debito che mi peserà tutta la vita».

Puoi migliorare sotto questo aspetto…

«Escludo. Però, il debito con Salerno so di doverlo onorare e farò di tutto perché succeda».

Quanto è stato difficile dire sì a Iervolino?

«Tanto. Ero terrorizzato all’idea di retrocedere, paura tutt’ora attiva. Non sono mai retrocesso nella mia vita. Ha prevalso il senso della sfida. Di atti incoscienti ne ho fatti tanti. Perché non farne un ultimo?».

[...]

I tuoi rapporti con il presidente Iervolino? 

«È uno special one. Un imprenditore giovane, pieno di risorse. Ha energia, intelligenza, coraggio. Sarà un presidente che segnerà il calcio italiano nei prossimi dieci anni. Troppo orgoglioso per essere uno di passaggio».  
 
Mercato funambolico il tuo. Andato esattamente nella direzione in cui volevi che andasse?  

«Le ho fatte tutte le operazioni che volevo. Ha prevalso il mio leggendario buco di culo. Traduci tu per la carta stampata. Sono un uomo fortunato».  
 
Il caso più eclatante? 

«Ho agganciato questo Ederson, un giocatore di 22 anni che presto andrà a fare la mezzala in un grande club. Oggi gli ho visto fare due accelerazioni impressionanti».  

[...]

Peggio Saputo o Pallotta? 

«Per lungo tempo ho pensavo meglio Saputo, poi ho dovuto ricredermi. Con Pallotta litigavo, ma almeno ci sentivamo. Con lui abbiamo messo su una Roma che ha giocato un grande calcio. E comunque non mi ha scandalizzato essere dimesso. Mi è successo anche con Zamparini».  

Tutta l'intervista esclusiva sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio


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