Ferrero: "Presto vedrò Ranieri. Giù le mani da Dal Pino"

Il presidente della Sampdoria: "Non ho incontrato altri allenatori. E il presidente non si tocca"
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GENOVA - "Si parla di miei incontri con nuovi allenatori, manager e assortiti. Ma io non ho incontrato nessuno". Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, interpellato dall'ANSA, ci tiene a precisare la situazione del club. "Abbiamo Ranieri, con il quale mi vedrò presto, e ora ci aspettano 3 gare in una settimana - dice Ferrero - Non riusciranno a distrarci dai nostri obbiettivi: pensiamo solo alla vittoria, a migliorare ancora la nostra classifica".

Giù le mani da Dal Pino

"I panni si lavano in famiglia e la vita insegna che bisogna valutare attentamente se sono davvero sporchi. Giù le mani dal presidente Paolo Dal Pino: gli vengono attribuite deleghe che non ha e, soprattutto, non è possibile che si attacchi una persona che di recente tutti abbiamo voluto e votato". Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, interpellato dall'ANSA sulle vicende della Lega di A dopo la lettera di diffida di 7 club nei confronti del presidente Dal Pino, sottolinea senza dubbi di essere "basito. Anche dall'atteggiamento di Luigi De Siervo. Lo conosco da una vita - aggiunge - voglio dargli un consiglio: è l'ad di tutta la Lega e non può stare solo da una parte... ". Ferrero punta sul rilancio, non sull'autodistruzione del sistema: "Siamo una delle principali industrie italiane - dice -, rappresentiamo milioni di tifosi che da noi si aspettano tanto e di più, specialmente in questo momento storico. Il presidente Gravina ha salvato l'Europeo per Roma, si sta battendo per riaprire gli stadi e lo dobbiamo solo ringraziare; Andrea Agnelli ha ruoli sempre più importanti in Uefa ed Eca". "Dobbiamo essere il motore del calcio - è la convinzione di Ferrero - , all'estero apprezzano il lavoro che svolgono i dirigenti italiani e noi che facciamo? Partecipiamo a una puntata di 'C'è posta per te'? La trasmissione di Maria De Filippi ha fatto la storia della tv, ma noi siamo la Confindustria del pallone, non possono girare più lettere che idee realizzabili per un rilancio, serio e omogeneo, del calcio italiano. Siamo in 20, non in 20mila, non sarebbe meglio dirci le cose in faccia, creare invece che distruggere? Ripeto: tutto ciò mi fa arrabbiare, ma proprio per questo mi batterò sempre per una Lega compatta, con meno egoismi e più modernità"


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