Raspadori: "Posso diventare il nuovo Paolo Rossi o Schillaci"

L'attaccante del Sassuolo, pre-convocato da Mancini: "Motivo di orgoglio che condivido con tutti coloro che mi hanno aiutato"
Raspadori: "Posso diventare il nuovo Paolo Rossi o Schillaci"© ANSA
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SASSUOLO - A 21 anni si sente già pronto. Pronto per giocare e segnare in Serie A, ma soprattutto per indossare la maglia della Nazionale ai prossimi Europei. Giacomo Raspadori, attaccante da 6 reti in 27 incontri con il Sassuolo (4 gol li ha però firmati nelle ultime 5 presenze), è l'uomo del momento dopo che Mancini lo ha inserito nell'elenco dei 33 convocati per le prossime due amichevoli. Lui vive la chiamata del ct con grande felicità, ma senza montarsi la testa. Se gli viene fatto notare che la sua storia è simile a quelle del passato di Paolo Rossi o Totò Schillaci, sorride e si imbarazza. Non pensate che sia il classico ragazzetto che ora cammina a tre metri dal suolo, o che si senta arrivato. Sa di avere ancora tanta strada davanti a sé e un notevole debito di riconoscenza nei confronti del Sassuolo che, da quando ha 9 anni, lo ha fatto crescere.

Raspadori, cosa è per lei la convocazione per la Nazionale maggiore?

«Una cosa grandissima e fatico addirittura a capire ciò che è successo. Di certo si tratta del coronamento del lavoro di una società che da anni punta tanto sui giovani. Essere stato chiamato da Mancini è un motivo di orgoglio che condivido con tutti coloro che mi hanno aiutato».

Ha parlato con il ct?

«No, non ci siamo sentiti, ma ci tengo a ringraziarlo».

Dica la verità: si sente pronto per l'Europeo?

«Mi sento pronto perché i valori che mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia e dal Sassuolo mi portano sempre a essere pronto a livello psicologico per dare il meglio di me ovvero tutto quello che ho dentro».

C'è chi azzarda addirittura paragoni importanti con attaccanti azzurri convocati all'ultimo minuto e protagonisti, da Rossi a Schillaci.

«Io non ero ancora nato, ma le immagini dei loro gol me le ha mostrate tante volte mio padre che mi ha fatto "ammalare" di calcio nel 2006, quando abbiamo vinto il Mondiale».

Però non ha risposto alla domanda.

«Io come loro? Che devo dire... ci spero e metterò il mio massimo in campo se sarò chiamato in causa. Mi sento pronto e carico».

La spaventa eventualmente misurarsi a 21 anni con campioni del mondo o gente che ha vinto Champions League?

«Nessuna paura, ma solo orgoglio. Sono consapevole di dover imparare ancora molto».

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