Festa Hellas Verona: campione 30 anni fa

Il 12 maggio 1985 la festa a Bergamo dopo una cavalcata straordinaria
Furio Zara
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ROMA - La sensazione: non succederà più (purtroppo). La certezza: è successo (e meno male). Oggi, trent’anni fa. Hellas Verona campione d’Italia. 12 maggio 1985, a Bergamo: 1-1 con l’Atalanta, e fu quello l’ultimo atto di una cavalcata straordinaria. Per renderci conto della reale entità dell’impresa, bisogna inquadrare bene quegli anni. La nostra serie A era Hollywood, se avete presente. C’erano i migliori. Tutti. Facevano la fila per venire da noi. Avevamo soldi. E fascino. Eravamo una calamita per i fuoriclasse di tutto il mondo. Maradona. Platini. Rummenigge. Falcao. Boniek. Brady. Socrates. Junior. Passarella. E potremmo andare avanti ancora. Ogni club poteva tesserare due stranieri.

CHE VERONA! - Il Verona prese il tedesco Briegel e il danese Elkjaer, ribattezzato Cenerentolo perché segnò un gol senza scarpa alla Juventus. Furono due innesti fondamentali in una squadra che già aveva fior di giocatori: Garella, il portiere sghembo che parava con tutto fuorché con le mani, Marangon, il terzino-playboy, Fanna, l’ala estrosa che in nazionale era il vice di Bruno Conti, Tricella, il libero dai piedi buoni, Di Gennaro, il regista cui Bearzot affidò l’Italia del dopo-Antognoni, Galderisi detto Nanu, centravanti dai guizzi definitivi. L’allenatore di quella squadra era Osvaldo Bagnoli, saggio, concreto, intelligente nel consegnare ai suoi interpreti uno spartito perfetto. Trent’anni dopo, quei cavalieri che fecero l’impresa, hanno percorso sentieri alternativi, più di qualcuno si è allontanato dal calcio: Volpati fa il dentista, Tricella vende case, Sacchetti è broker, Marangon gira il mondo aprendo locali con il suo marchio. Si ritrovano un paio di volte all’anno, così, anche solo per avere la conferma - guardandosi in faccia - che tutto è successo davvero. Hellas Verona campione d’Italia, succedeva trent’anni fa.


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