Caos Verona, club sequestrato: il presidente Setti indagato per bancarotta

Intervento della Guardia di Finanza per requisire il 100% delle quote azionarie. La società: "Il sequestro non riguarda il patrimonio dell'Hellas"
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VERONA - L'Hellas Verona è sotto sequestro e il suo patron, Maurizio Setti, è indagato per bancarotta fraudolenta. Lo ha disposto il giudice nell'ambito delle indagini preliminari, avviando il sequestro da parte del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna. 

I fatti

Il provvedimento arriva all'esito di indagini nate in seguito al fallimento di una società per azioni, proprietaria anche della squadra Hellas Verona. Dalle indagini sono emersi, secondo quanto si legge in una nota della Gdf, "episodi di distrazione, perpetrati tramite la cessione delle azioni rappresentative della società sportiva, dalla società fallita alla società a responsabilità limitata destinataria del provvedimento cautelare; quest’ultima anch’essa riconducibile al medesimo imprenditore", Maurizio Setti, patron della società.

Setti indagato

La Guardia di Finanza di Bologna ha sequestrato il 100% delle quote azionarie della società di calcio Hellas Verona. Il sequestro preventivo, emesso dal gip di Bologna, è stato eseguito su delega della Procura della Repubblica bolognese, e riguarda la partecipazione azionaria della Star Ball Srl. Setti avrebbe spostato la società Verona dal pacchetto azionario di una srl (sempre a lui riconducibile) fallita nel 2021, senza pagarne il corrispettivo. Nei fatti a Setti sarebbe contestata la finta vendita della società calcistica infragruppi sempre a lui riconducibili.

La nota del Verona

"Si ritiene opportuno fare chiarezza. La vicenda del sequestro non riguarda il patrimonio di Hellas Verona F.C. s.p.a. (“HV”), che non viene toccato. Il sequestro si inserisce, come ennesima schermaglia giudiziale, nella controversia tra il Gruppo societario di Maurizio Setti e il Gruppo societario di Gabriele Volpi. Sono state sequestrate le partecipazioni sociali in HV di proprietà di Star Ball s.r.l., società (di Maurizio Setti) che le aveva acquistate da HV7 s.p.a., che a sua volta le aveva acquisite da H23 s.p.a. Nel 2020, le società HV7 e H23 (riconducibili a Maurizio Setti) furono dichiarate fallite dal Tribunale di Bologna su istanza del Gruppo Volpi, che è l’unico soggetto a vantare di essere loro creditore. Non ci sono altri sostanziali creditori di HV7 e di H23. Entrambi i fallimenti furono revocati dalla Corte di appello di Bologna. La revoca del fallimento di HV7 è stata definitivamente dichiarata dalla Corte di cassazione con la decisione n. 29773/2023 del 26.10.2023. La Cassazione ha confermato la pronuncia della Corte di appello di Bologna, rilevando che il Gruppo Volpi non ha provato di essere creditore di HV7. HV7 – da cui Star Ball s.r.l. acquistò le partecipazioni in HV – è, quindi, tornata operativa e in attività. La conferma o revoca del fallimento di H23 è, invece, ancora sottoposta al giudizio della Corte di cassazione. La Procura di Bologna – allarmata dalle notizie di stampa (peraltro del tutto infondate) circa la possibile vendita da parte di Star Ball s.r.l. delle partecipazioni sociali in HV – ha ritenuto opportuno, su istanza dei legali del Gruppo Volpi, sequestrarle in via preventiva. L’ha fatto solo per il caso in cui, in futuro, il fallimento di H23 dovesse essere dichiarato in via definitiva e si dovesse poi discutere circa la liceità della cessione delle partecipazioni sociali fatta in passato da H23 s.p.a. Già in passato, il Gruppo Volpi aveva tentato, senza successo, di avvalersi dello strumento penale del sequestro preventivo per attaccare Maurizio Setti e Star Ball s.r.l., che hanno poi visto pienamente riconosciute le loro ragioni dalla Corte di cassazione e poi dal Tribunale del Riesame di Bologna, che annullò il sequestro del patrimonio di Setti e di quello di Star Ball. Il relativo procedimento, che ebbe ampia risonanza mediatica, si è risolto nel nulla ed è stato archiviato dal GIP su istanza della stessa Procura. Maurizio Setti e Star Ball s.r.l. sono sereni e tranquilli, perché sono convinti di poter dimostrare, anche in quest’occasione, la correttezza, legittimità e liceità del loro operato e la carenza dei presupposti del sequestro. Hanno, quindi, dato mandato ai loro legali di agire immediatamente per impugnare il sequestro preventivo".


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