Serie B Bari, inammissibile offerta Paparesta

Il giudice non accoglie la proposta del gruppo legato all'ex arbitro che però insiste: «I soldi ci sono». Appuntamento al 12 maggio
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dall'inviato
BARI - Le nubi sono ancora sopra il Bari. Il primo capitolo dell'asta per l'aggiudicazione della società è andata, in pratica, deserta: è stata infatti dichiarata inammissibile l'unica proposta arrivata in mattinata, quella della cordata russa legata a Paparesta. La società resta ancora nella condizione di fallimento e senza un proprietario. Il nuovo appuntamento dovrebbe nascere da un nuovo bando d'asta: ciò significa che il 12 maggio si potrebbe partire da una base d'asta più bassa rispetto ai 4,3 milioni di euro da cui si partiva stamattina. Ma la sostanza non cambia: i 35.000 di ieri sera al San Nicola e tanti altri tifosi che hanno a cuore le sorti della squadra non sanno ancora cosa accadrà nel prossimo futuro.

L'OFFERTA RUSSA - La mattinata è stata intensa e ricca di colpi di scena. Sì, perché quando mancavano pochi minuti per la presentazione delle buste finalizzate all'acquisizione del club, al Tribunale di Bari (piazza De Nicola, 5º piano, aula C della sezione fallimentare) è arrivata un'offerta. La sorpresa, tra i tanti presenti, è stata notevole. Alle 9.54, quando mancavano solo 6 minuti al limite indicato dal giudice Anna De Simone, sembra che il gruppo legato a Gianluca Paparesta (ex arbitro e barese doc) si sia fatto vivo. Coinvolti anche i fratelli banchieri Rotenberg, legati alla cordata russa che si è affidata proprio a Paparesta e ha creato la Football Club Bari 1908. I capi della cordata interessata alla società biancorossa sono finiti nella lista nera di Obama e della Ue per i fatti legati alla crisi in corso tra Crimea e Ucraina. L'altro nodo è legato alla presentazione dell'assegno di 3 milioni di euro quale iniziale garanzia e titolo obbligatorio di accesso all'asta: sembra che nell'offerta, formalizzata alla cancelleria del Tribunale tramite uno studio legale, manchi proprio il titolo di pagamento ma ci sia solo una fidejussione. Paparesta è arrivato al Tribunale di Bari. Il giudice De Simone aprirà l'unica busta pervenuta (le altre tre che sembravano in corsa sono sparite nel a come già ampiamente previsto ieri sera ancor prima del ko del Bari con il Latina, 0-1) e dirà se ci sono i presupposti per andare avanti oppure sarà tutto rinviato a data da destinarsi.

MANCA L'ASSEGNO - Il giudice Anna De Simone si è presa un po' di tempo per valutare le carte. In gioco c'è il futuro del Bari: "Ho parlato di busta e non di offerta..." ha detto prima di ritirarsi per valutare il materiale presentato da Gianluca Paparesta, socio fondatore della Football Club Bari 1908, società tramite la quale gli investitori interessati (su tutti la cordata russa di cui si parla da mesi) stanno provando ad acquisire il Bari calcio. Perché Paparesta non ha potuto brindare subito alla buona riuscita dell'operazione e perché anche i tifosi restano in trepidante attesa? Ecco la spiegazione: nella busta aperta dal giudice mancava l'assegno di 3 milioni, prima ed essenziale forma di garanzia per poter procedere con l'iter di aggiudicazione dell'asta fallimentare. Ancora pochi minuti e con tutta probabilità il giudice De Simone sarà costretta a rigettare la proposta e a rimandare il tutto a nuova data. E per i tifosi biancorossi le ore sembrano non passare mai: entor giugno vanno sistemati tutti i tasselli per assicurare un futuro al Bari.

PROPOSTA INAMMISSIBILE -  A mezzogiorno il giudice De Simone ha dichiarato inammissibile la proposta di Paparesta: "Firma illeggibile, questa Uco Bank non dà le necessarie garanzie e soprattutto manca il presupposto necessario dell'assegno di 3 milioni di euro non trasferibile che andava consegnato alla curatera fallimentare". Il primo capitolo dell'asta per l'aggiudicazione del Bari Calcio è andata deserta: "Non è pervenuta nessuna offerta - ha detto ancora il giudice dopo aver valutato per venti minuti la documentazione presentata da Paparesta per la Football Club Bari 1908 e legata in prima battuta a fondi di investimento russi - dichiaro il bando d'asta del 31 marzo scorso disatteso e rinvio a nuovo appuntamento fissato per il prossimo 12 maggio". 

PAPARESTA INSISTE - "I tre milioni ci sono" insiste Paparesta che mantiene il segreto sull'identità dei potenziali acquirenti. "Qui c'è una grande piazza e per questo c'è un grande impegno" spiega l'ex club manager. E sulla validità del documento rassicura: "E' un documento in regola, porta la data del 17 aprile: è arrivato ieri. Non è falso, arriva da un indirizzo mail indiano attraverso una casella certificata, con un numero di marticola dell'operazione. Ce la stiamo mettendo tutta, io intanto ci metto la faccia. Se altri sono interessati, sono i benvenuti. Al momento, oggi, non vedo nessuno".

LE PERPLESSITA' - "I tre milioni? Magari ci fossero, saremmo tutti molto contenti - hanno però obiettato dalla curatela fallimentare dell'As Bari -. C'è una garanzia bancaria, di una banca straniera, di pagare se gli offerenti fossero inadempienti al versamento di tre milioni e se il tribunale avesse modificato i termini del bando, condizioni che non si sono verificate. Questa asta è chiusa, si riparte da zero. La via privata ipotizzata da Paparesta? Per adesso è tutto un 'si dice', ci vogliono le carte".

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