© LAPRESSE D’Angelo, Longo e l’esempio di Castori
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Alle porte della decisiva volata di primavera, la stagione è entrata nel vivo senza tuttavia chiarire lo scenario. Con il Sassuolo che si rilassa e concede un tempo al Bari, arriva la conferma che non esistono gare scontate e può rivelarsi una pericolosa complicazione abbassare il livello di concentrazione, anche quando hai un piede e mezzo già in A. Un rischio, per la verità, solitamente non contemplato nelle regole d’ingaggio di Fabio Grosso. Eppure anche il Sassuolo stava per inciampare contro una rivale che non ha nessuna intenzione di farsi escludere, quanto meno, per l’obiettivo playoff. Il guizzo di Lasagna ha alimentato l’idea di un blitz in casa della capolista che non incassava un gol addirittura da 502 minuti. Ma il castello di sogni è crollato in un finale di gara nel quale la prima della classe è tornata ad alzare i giri del motore evitando la sconfitta. Un pari prezioso per i galletti anche se, ovviamente, non del tutto soddisfacente, perché impedisce di sorpassare il Palermo e la Juve Stabia, e di agganciare il Cesena di Mignani. Comunque un passo avanti nella giornata in cui la lotta per il 2º posto torna di grande attualità. Il match clou del “Picco” si decide a vantaggio dello Spezia capace di piegare il Pisa che ha la colpa di farsi rimontare due volte prima della definitiva resa. Alla squadra di D’Angelo, l’unica finora in grado di contrapporsi al dominio del Sassuolo e dei toscani, il merito di crederci nonostante una partita in salita. Ora il distacco dalla A diretta è di soli 3 punti, ma per un bilancio finale c’è da avere ancora tanta pazienza e, soprattutto, non mollare mai. Uno che non molla nell’altra bagarre per la salvezza è, nemmeno a dirlo, Fabrizio Castori. La goleada con cui sbriciola il Cittadella è esemplare e non basta la giustificazione di Dal Canto di essere senza tanti titolari. La verità è che il SudTirol ha dato filo da torcere a chiunque dall’avvento del tecnico marchigiano in panchina. Anche al Sassuolo. Ma non esiste un altro modo per farsi largo e competere in questo campionato in cui si può vincere o perdere contro chiunque e, per questa semplice ragione, non bisogna dare nulla per scontato. Proprio come fa da sempre il veterano Castori che ha già scalato due volte la montagna della A. Certamente non per caso!
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