C'è una squadra al comando della Serie B, insieme con Juve Stabia e Spezia, prepotentemente partita di slancio sia in Coppa Italia (ha eliminato il Frosinone nel primo turno, il 25 settembre l'attende il Cesena nel secondo) sia in campionato. Questa squadra è il Pisa, a farla volare è Superpippo Inzaghi, sempre più nel cuore dei tifosi. In Toscana, il tecnico sta raccogliendo le soddisfazioni che meritano la sua competenza e la sua passione. Lo sostiene l'entusiasmo di una piazza strepitosa per attaccamento alla squadra, la solidità della società che appartiene al miliardario Alexander Knaster, azionista al 75 per cento. Il suo socio al 25 per cento è il presidente Giuseppe Corrado, l'uomo della rinascita pisana da quando scese in campo, poco meno di otto anni fa e che ricopre un ruolo chiave in società, insieme con il direttore generale Giovanni Corrado e il direttore sportivo Davide Vaira. La vittoria sulla Reggiana, un'altra protagonista di brillante avvio stagionale, ha galvanizzato Pisa.
Il merito di Inzaghi è stato avere trasmesso alla squadra un'organizzazione tattica efficace (difesa a tre, due trequartisti, due esterni di grande dinamismo, attacco prolifico (7 reti in 4 partite, sinora il migliore del torneo), infondendo forza morale al gruppo, confermata dalla tosta reazione al grave infortunio patito il 2 agosto scorso da Thomas Esteves, durante l'amichevole con l'Inter campione d'Italia (il talentuoso ventiduenne portoghese ha riportato la rottura del tendine rotuleo del ginocchio sinistro). Attorno a Calabresi, Caracciolo e Marin, lo zoccolo duro dei nerazzurri, Inzaghi ha costruito un collettivo forte e coeso. Gli arrivi del mediano Oliver Abildgaard, 28 anni, uno dei protagonisti del ritorno in A del Como e del trequartista Olimpiu Morutan, 25 anni, nazionale romeno, l'hanno ulteriormente rafforzato. Se è ancora troppo presto per formulare giudizi definitivi, non è mai troppo tardi per elogiare il lavoro di Inzaghi. Il campo non mente.