Juve Stabia, il presidente tra sogno e realtà: "La B è solo l'inizio. E sogno Donnarumma"

Le parole del patron Langella: "Il nostro diesse è geniale. Il tecnico vogliono portarcelo via. Resteranno qui"
Chiara Zucchelli
6 min

Forse davvero solo un pazzo, in pieno Covid, poteva immaginare di prendere una società, di cui era socio sì ma marginale, e costruire un progetto sano che coniugasse sostenibilità e sport. Perché da una parte c'era, e c'è, l'esigenza di avere una Juve Stabia sana ma dall'altra c'era, e c'è, la necessità di avere una squadra forte. Capace anche di andare oltre se stessa: quest'anno l'obiettivo doveva essere la salvezza e invece è arrivata la promozione in B con tre giornate d'anticipo. Tra festa fino a tarda notte, interviste e persino un impegno a Roma, la giornata del presidente Andrea Langella è stata cortissima e infinita al tempo stesso. Il tempo vola in fretta, quando si è felici, ma è anche l'unica cosa che non si può fermare.

E lei, presidente, avrebbe voluto fermarlo due sere al Vigorito? (Ride)
«È vero, si poteva fermare il tempo. È stato un momento meraviglioso, se penso a quando siamo retrocessi a Benevento quattro anni fa. Non realmente, ma quella scon fitta lì ci condannò poi per il resto della stagione. Ed è stato bello essere di nuovo promossi lì».

Dica la verità: sta ancora festeggiando o sta già pensando al futuro?
«Parto dal passato: abbiamo trovato una situazione debitoria pesante che siamo riusciti a ripulire all’80% con il concordato. Sul presente: ho avuto un appuntamento importante a Roma subito dopo la promozione, c’è tempo per festeggiare. Siamo partiti da zero e ne siamo orgogliosi. E, concludendo con il futuro, non vogliamo fermarci».

Cosa si aspetta dalla Serie B?
«Affronteremo piazze importanti, da 15 o 20mila spettatori a volte. Vogliamo lavorare in grande e pensare in piccolo».

Se dovesse scegliere tre aggettivi per il suo ds Lovisa, il suo allenatore Pagliuca e il suo bomber Adorante quale utilizzerebbe?
«Adorante e Bellich sono le punte di diamante. Lovisa è geniale, io lo chiamo il giovane vecchio, tira fuori giocatori dal cilindro con estrema facilità. Pagliuca è il nostro capobranco perché lo seguono tutti».

Tra i primi a complimentarsi, via Twitter e anche al telefono, il Napoli e il presidente De Laurentiis: possibile una sinergia?
«Ci siamo scambiati battute e complimenti, mi ha chiamato quasi subito. Può nascere una sinergia e magari possiamo pensare a una nuova amichevole visto che dopo la prima loro hanno vinto lo scudetto e dopo la seconda per noi è arrivata la promozione. Vedremo, di sicuro per rinforzarci anche da loro potrebbe arrivare un aiuto».

Che battute le ha fatto De Laurentiis?
«Ha detto che sono stato più furbo perché ho speso meno di lui».

I primi rinforzi saranno Lovisa e Pagliuca?
«Resteranno, hanno già rinnovato. Sono stati i protagonisti principali di questa annata, l'obiettivo è tenere i migliori».

Come è andata la scorsa notte? Ha dormito dopo la partita di Benevento?
«Appena due ore, forse. Eravamo tutti troppo felici, mi sembra di vivere un sogno, spero che la Figc faccia la riforma quanto prima perché su 60 squadre portarne su solo quattro è davvero troppo poco. La promozione ai playoff è un terno al lotto».

Adesso dovrete restare con i piedi per terra.
«Senza dubbio, la C è un campionato importante, la B ancora di più. E poi auspico, e scusate se lo ribadisco, una riforma: oggi essere promossi con i playoff è troppo complicato, quasi impossibile».

A proposito di Juve Stabia sostenibile, per lei il settore giovanile è cruciale.
«In Campania abbiamo dei talenti importanti, noi abbiamo un vivaio storico che sto portando avanti con tanto impegno perché stanno uscendo talenti. Tornando alla domanda di prima dobbiamo restare con i piedi per terra perché nella prossima stagione la B s’annuncia come una serie A2 con squadre che investono molto più di noi. E dovremo farci trovare pronti».

E magari andare oltre le aspettative, come quest'anno.
«Ci proveremo. Continueremo a lavorare anche se adesso ci stiamo godendo questa incredibile gioia. La nostra è stata un'annata veramente eccezionale. Abbiamo puntato sulla sostenibilità e col passare del tempo ci siamo resi conto che la squadra aveva un grande valore a livello umano e sportivo per compiere quest'impresa. Non abbiamo mai perso in casa, siamo la rosa più giovane. Insomma, siamo felici».

Siete felici e arrivati nella vostra Itaca: qual è stato il momento più bello e quello più brutto?
«La vittoria contro il Sorrento il momento più bello: lì abbiamo capito che potevamo farcela. Ci si è aperto il cuore. A Catania eravamo giù di morale, senza mister, io ero all’estero molto lontano. Mi è dispiaciuto non essere vicino ai miei ragazzi in un momento complicato».

Ultima domanda: qual è il giocatore che sarà più difficile trattenere? E uno, invece, che vorrebbe portare a Castellammare?
«I giocatori hanno capito la forza dello spogliatoio, non penso che faranno capricci, molti si giocheranno le loro carte per andare anche oltre la Serie B. Se dovessi proprio sognare mi piacerebbe un giorno riportare a casa Gigio Donnarumma. Sarebbe il sogno di una vita».


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