Minacce a Canonico: il Foggia sotto tutela
«Le denunce sono importanti per tutelare il calcio sano, abbiamo agito attraverso uno strumento che il legislatore ci ha dato per tutelare lo sport che tutti amiamo. Siamo così riusciti ad acquisire elementi importanti, utilissimi per le indagini». Le parole del capo della procura di Bari, Roberto Rossi, tradiscono un moto di soddisfazione per un’inchiesta lunga e laboriosa contro le curve violente che ha portato all’arresto di 4 pseudo tifosi del Foggia accusati di intimidazioni e minacce ai vertici del Calcio Foggia e in più all’emissione di 52 daspo “fuori contesto” da parte del questore di Foggia a carico di soggetti che gravitano nel mondo ultrà con ruoli e responsabilità varie all’interno della presunta organizzazione. Gli arrestati volevano entrare in affari con la società di Canonico, gestendo gli ingressi allo stadio, gli accrediti e le sponsorizzazioni. Al rifiuto dell’imprenditore sono partiti due anni d’inferno, l'inizio di una vera e propria strategia criminale parte il 18 giugno 2023, giorno della finale playoff persa dal Foggia contro il Lecco, quando l’auto dell’allora capitano Davide Di Pasquale venne ritrovata crivellata da colpi di fucile nell’antistadio dello Zaccheria. Furono in seguito incendiate anche l'auto del calciatore Garattoni, del capo ultrà della curva Sud e dell’ex amministratore delegato del club, Milillo. Ma l’episodio più eclatante si registrò nel gennaio 2024 quando, nei pressi dell’auto del figlio di Canonico, Emanuele, fu piazzato un ordigno rudimentale di 1,2 chilogrammi nel parcheggio dell’impresa a Modugno che solo per un caso non deflagrò.
Il caso e le intercettazioni
Secondo quanto svelano le intercettazioni i quattro, con affiliazioni importanti con i clan della “Società mafiosa”, erano convinti di poter sfiancare la dirigenza rossonera con lo stillicidio di azioni criminali per indurla a vendere il club a personaggi a loro più graditi. Gli arrestati sono vecchie conoscenze delle forze dell’ordine nonchè personaggi abbastanza noti tra gli sportivi foggiani, tra tutti spicca la figura di Marco Lombardi, 49 anni, che su Facebook arringava le folle puntando il dito contro la «malagestione» di Canonico specie nei periodi più cupi dal punto di vista dei risultati sportivi. Con Lombardi sono finiti agli arresti il cognato Massimiliano Russo, cinquant’anni, Fabio Delli Carri (48), Danilo Mustaccioli (48), tutti accusati di aver ordito e messo a segno negli ultimi due anni il piano criminale. Il Calcio Foggia sarà la prima società di calcio in Italia a finire sotto il controllo giudiziario previsto dall’articolo 34 del codice antimafia. L’amministrazione giudiziaria è una misura di garanzia e di tutela nei confronti della società di Canonico per prevenire rischi di nuove infiltrazioni. L’inchiesta non è ancora finita, il presidente dimissionario del Foggia, Nicola Canonico, aveva lasciato la presidenza il 31 marzo e solo ieri ne ha spiegato le ragioni: «La pressione non era più sopportabile, è la prima volta che lo Stato vuole stare al fianco di una società di calcio in una delicata battaglia».
