Christensen, la sorpresa del Borussia anti-Juve

Danese, diciannove anni, difensore centrale, è diventato titolare con l’arrivo in panchina di Schubert, che ha centrato sei vittorie consecutive in Bundesliga e ora sfiderà di nuovo i bianconeri in Champions dopo il pareggio (0-0) dell’andata a Torino. E’ arrivato al Borussia Mönchengldabach in estate dal Chelsea con la formula del prestito biennale.
Christensen, la sorpresa del Borussia anti-Juve
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Ha lo stipendio più basso della Bundesliga. Tra gli allenatori del campionato tedesco, André Schubert è quello che guadagna meno: sfiora i settemila euro al mese. Fino al 19 settembre guidava la seconda squadra del Borussia Mönchengladbach nella “Regionnaliga West”, che equivale alla Lega Pro. E il giorno successivo, a causa delle dimissioni dello svizzero Lucien Favre, che aveva deciso di lasciare la panchina dopo cinque sconfitte consecutive, Schubert si è ritrovato a lavorare in Bundesliga. Inizialmente con un mandato a tempo, in attesa che i dirigenti trovassero un tecnico più esperto. Nomina ad interim, come aveva chiarito il direttore sportivo Max Eberl, ma poi lo scenario è cambiato presto. E adesso Schubert, 44 anni, è considerato un intoccabile dalla società e dai tifosi: sei vittorie consecutive in campionato, una striscia riuscita in questa stagione soltanto al Bayern di Pep Guardiola. Applausi e complimenti, anche se l’ingaggio è rimasto lo stesso di quando allenava in “Regionnaliga West”. Un nodo, comunque, che verrà sciolto nei prossimi giorni: il ds Eberl ha spiegato ieri che Schubert (in passato al timone della nazionale tedesca Under 15) avrà presto un nuovo contratto.

LA RIMONTA - Dall’ultimo posto al quarto. Schemi, psicologia e comunicativa: così ha aiutato il Borussia Mönchengladbach a recuperare quel grado di autostima raggiunto nella scorsa stagione, quando la squadra arrivò terza e si guadagnò direttamente la qualificazione alla fase a gironi di Champions. A volte la chimica può incidere più degli schemi e del modulo, visto che Schubert ha continuato a lavorare sul 4-4-2 del suo predecessore. Dialogo e applicazione. Così il Borussia Mönchengladbach è uscito dal tunnel, togliendosi la soddisfazione di imporre il pareggio a Torino in Champions contro la Juve (0-0). Sabato pomeriggio, a Berlino, nella tana dell’Hertha, Schubert ha collezionato il sesto successo: ha vinto per 4-1, grazie ai gol del terzino Wendt, dell’attaccante brasiliano Raffael (cinque gol nelle ultime cinque giornate), del centrocampista svizzero Xhaka e del difensore norvegese Nordtveit. Solo un altro allenatore debuttante, in Bundesliga, aveva centrato in precedenza sei vittorie consecutive: era capitato a Willi Entenmann, nel 1985-86, sulla panchina dello Stoccarda.

LA JUVE - Il 4-1 all’Hertha è un’altra iniezione di fiducia in vista della sfida di martedì sera, al Borussia-Park, con la Juve. Organizzazione, corsa, pressing, un contropiede micidiale. Ma anche una difesa che ha ritrovato equilibrio: il Borussia, nelle prime cinque partite, aveva subito in Bundesliga dodici gol. Con Schubert, invece, ha incassato soltanto sei reti in sei gare. E tra gli artefici di questa trasformazione c’è un centrale danese, Andreas Christensen, arrivato dal Chelsea all’inizio di luglio con la formula del prestito. Accordo biennale, senza diritto di riscatto. Ha diciannove anni, è nato ad Allerod il 10 aprile del 1996. Mourinho lo aveva fatto debuttare in Premier League.

LE CARATTERISTICHE - Christensen è mancino, gioca in una linea a quattro sul centro-sinistra, è bravo in fase di anticipo e nei colpi di testa. E’ alto un metro e 88: forza atletica, senso della posizione, ma anche agilità. E’ uno dei pilastri della Danimarca Under 21, guidata da Niels Frederiksen, ma è già entrato anche nel giro della nazionale maggiore, diretta dal ct Morten Olsen. E’ cresciuto nel settore giovanile del Bröndby e nel 2012 è stato scoperto e ingaggiato dagli osservatori del Chelsea. Ha vinto, nella scorsa stagione, la Youth League con il club londinese: dieci presenze e quattro assist, fino alla sfida decisiva con lo Shakhtar. Si era fatto ammirare anche nella semifinale con la Roma baby. Mourinho lo aveva lanciato in Premier nell’ultima giornata della scorsa stagione: dodici minuti in campo, a Stamford Bridge, il 24 maggio del 2015, contro il Sunderland (3-1). Era entrato al posto di Obi Mikel. Nel Borussia Mönchengladbach ha giocato due gare da titolare con Favre e sei con Schubert, che lo utilizza da centrale vicino al tedesco Tony Jantschke, classe 1990. Prima di lasciarlo andare in Germania, il Chelsea ha prolungato il contratto di Christensen per cinque stagioni, fino al 2020.


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