Helder Costa incanta nel Wolverhampton dei dieci portoghesi

E' l'ala sinistra del club inglese, tornato in Premier dopo sei anni e una retrocessione in League One. Il segreto dei Wolves? Dai soldi del fondo cinese Fosun alla colonia portoghese: la regia in società di Jorge Mendes, il 3-4-3 del tecnico Nuno e otto giocatori (da Rui Patricio al nuovo acquisto Joäo Moutinho).
Helder Costa incanta nel Wolverhampton dei dieci portoghesi
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - Mancava in Premier League da sei anni. Il Wolverhampton è uscito dalle sabbie mobili di una crisi profonda con i soldi del fondo cinese Fosun e con la regia di Jorge Mendes, l’agente di Cristiano Ronaldo e José Mourinho. Ha dettato legge in Championship, ha vinto il campionato con 99 punti, avvicinandosi al record stabilito nel 2006 dal Reading, ha riportato la gente al Molineux Stadium (28.342 spettatori come media nelle 23 partite, registrando quasi sempre il tutto esaurito). Segnali di una rinascita in grande stile per i Wolves (i lupi), che nel 2013 erano addirittura retrocessi in League One (la serie C inglese). E ora? Il progetto prevede una serie di step: una stagione da metà classifica, in attesa di provare nel 2019-20 a riprendersi un posto in Europa. 


LA STORIA - Il Wolverhampton aveva vissuto un periodo d’oro tra il 1954 e il 1959, quando vinse tre titoli di First Division (l’attuale Premier) con i gol di Dennis Wilshaw e Jimmy Murray, ma soprattutto con le idee in panchina di Stan Cullis, il manager con il cappello e l’impermeabile al quale è stata dedicata una statua davanti al Molineux Stadium. Jorge Mendes ha ricostruito il Wolverhampton e gli ha dato un’anima portoghese: dal portiere Rui Patricio al terzino sinistro Ruben Vinagre, dal mediano-regista Ruben Neves al colpo di questi ultimi giorni, João Moutinho, arrivato dal Monaco. E poi la fantasia di Diogo Jota, Ivan Cavaleiro e Helder Costa, oltre al baby Pedro Gonçalves, che tutti chiamano Pote, mezzala di buone prospettive. Non è finita qui, anche il tecnico è portoghese: Nuno Espirito Santo, 44 anni, ex portiere, che ha guidato in passato il Rio Ave, il Valencia e il Porto. 


LE SOLUZIONI - Il modulo è il 3-4-3 e in Championship ha funzionato come un computer. Diogo Jota rappresenta la marcia in più: classe 1996, dribbling, magie e diciassette gol. Aveva altre offerte, è stato blindato subito insieme con il centravanti brasiliano Leo Bonatini (1994), ex Primavera della Juve, a segno dodici volte nello scorso campionato. E’ rimasto anche Ivan Cavaleiro (1993), maglia numero 7, ala classica, nove gol. Ora il Wolverhampton si aspetta il grande salto di qualità da Helder Costa, 24 anni, mancino, stesso ruolo di Cavaleiro, scuola Benfica, due esperienze al Deportivo La Coruña e al Monaco prima di sbarcare in Inghilterra: invenzioni e assist sulla fascia. E’ nato a Luanda, capitale dell’Angola, il 12 gennaio del 1994, ha giocato in tutte le nazionali giovanili del Portogallo: è alto un metro e 79, è cresciuto nel Benfica, che lo ha ceduto al Wolverhampton nell’estate del 2016 per quindici milioni, ha firmato un contratto fino al 2021. Dieci gol nella sua prima stagione in Championship, cinque in quella della promozione, uno in Coppa di Lega e uno in Coppa d’Inghilterra: Helder Costa cerca la copertina in Premier.


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