ROMA - Concetto semplice: “Ci riproveremo”. Tradotto in tedesco: “Wir versuchen es nochmal”. Il Borussia Dortmund ha trovato subito la combinazione per ripartire. Niente processi, nonostante un titolo che sembrava in pugno al termine del girone d’andata - con sei punti di vantaggio sul Bayern - ma che alla fine è rimasto in Baviera per il settimo anno di fila. “Wir versuchen es nochmal”, ecco l’invito, il patto, il modo più costruttivo per rilanciare l'assalto alla Bundesliga, che il club giallonero non vince dal 2012, quando il grande capo era Jürgen Klopp. Una lezione di pragmatismo, condita da un mercato che ha preso già forma. Prima mossa: la conferma del tecnico svizzero Lucien Favre. E poi? Tre colpi nello spazio di poche ore, corredati dalle foto con la nuova maglia e con il benvenuto sui canali social. Spesa totale: 78,5 milioni di euro, coperti quasi tutti dal malloppo garantito dalla cessione di Christian Pulisic, classe 1998, attaccante esterno, origini croate e passaporto statunitense, passato al Chelsea, disposto a spendere 64 milioni per portarlo in Germania.
GLI INTERVENTI - Il Borussia Dortmund è stato ridisegnato con grande lucidità, seguendo le indicazioni tracciate da Favre. È arrivato un terzino sinistro, Nico Schulz, ventisei anni, dall’Hoffenheim, costato 25 milioni. È stato preso Thorgan Hazard, trequartista belga, fratello di Eden (stella del Chelsea e obiettivo del Real Madrid), classe 1993 come Schulz, pagato 28,5 milioni e soffiato al Borussia Mönchengladbach. Un girotondo di trattative proseguito in casa del Bayer Leverkusen per assicurarsi Julian Brandt, ala sinistra, 23 anni, che il Bayern Monaco era convinto di avere bloccato. E che invece ha sposato il Borussia Dortmund, pronto a sganciare 25 milioni.
ISCHIA E L’ITALIA - Hazard junior si presenta con questo biglietto da visita: dieci gol e undici assist nell’ultimo campionato con il Borussia Mönchengladbach. Brandt è l’erede di Pulisic: sette gol e quattordici assist in Bundesliga con il Bayer Leverkusen. L’attesa è per Nico Schulz, migliore terzino sinistro dell’ultima stagione in Germania e titolare nella nazionale del ct Joachim Löw. E’ nato a Berlino, porta il cognome della mamma e il suo papà è italiano, si chiama Luigi D’Abundo, è partito da ragazzo dall’isola di Ischia e in Germania si è innamorato. “Trascorro spesso le mie vacanze in Italia, il mare di Ischia è favoloso e mia nonna è bravissima in cucina, il mio piatto preferito è la pasta al forno”, ha raccontato spesso nelle sue interviste Nico Schulz, decisivo (con un gol e un assist) nell’ultima partita vinta dalla Germania per 3-2 in casa dell’Olanda e valevole per le qualificazioni al prossimo Europeo.
LA NAZIONALE - La storia di Nico, che ha firmato con il Borussia Dortmund un contratto fino al 2024 e ha un fratello di nome Gianluca, comincia a Berlino il primo aprile del 1993. E’ gestito dai manager della Rogon, la stessa agenzia che rappresenta anche l’interista Stefan De Vrij. Trenta presenze, un gol e sei assist nel campionato appena concluso con l’Hoffenheim, che lo aveva preso nell’estate del 2017 dal Borussia Mönchengladbach per tre milioni di euro. E ora lo ha ceduto per 25 milioni. In nazionale ha sorpassato nelle gerarchie Jonas Hector (Colonia) e Marvin Plattenhardt (Hertha Berlino).
I CONSIGLI - Schulz è un terzino completo: spinge, arriva al cross, partecipa alla manovra, può giocare in linea con i difensori e anche a centrocampo, nel ruolo di esterno. Corsa, generosità, tackle, sempre sicuro in fase di marcatura. E’ alto un metro e 80, è nato a Berlino, ha iniziato la carriera nel settore giovanile dell’Hertha. Nel 2015 si è trasferito al Borussia Mönchengladbach, dove però ha faticato a imporsi. L’allenatore che ha inciso maggiormente sulla sua evoluzione è stato Julian Nagelsmann, trentuno anni, il più giovane tecnico a livello europeo, salito alla ribalta con l’Hoffenheim e già ingaggiato dal Lipsia per la prossima stagione.