Anton e Aleksey Miranchuk, i due gemelli della Lokomotiv Mosca

Stesso ruolo: trequartisti. Stessa altezza: un metro e 83. Hanno 24 anni, per loro in estate il club russo ha rifiutato un’offerta da 45 milioni dello Zenit. Anton è destro e gioca con il numero 11. Aleksey è mancino, ha scelto il 59 e ha segnato un gol alla Juve in Champions.
Anton e Aleksey Miranchuk, i due gemelli della Lokomotiv Mosca
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - In Russia, nell’immaginario collettivo, rimane la squadra dei ferrovieri, non solo per i tifosi più anziani e romantici. La Lokomotiv Mosca, prima della disgregazione dell’Unione Sovietica, veniva nutrita dai soldi pubblici del ministero dei trasporti e all’inizio della sua storia sceglieva i suoi giocatori tra i dipendenti che lavoravano nel deposito della stazione Kazanskij, alla periferia nord-est della città. Oggi la Lokomotiv è un club moderno, che segue le logiche rigide dell’autofinanziamento, ma quell’anello di congiunzione non si è spezzato. Continua a essere controllata dalla RZD (“Rossijskie Zeleznye Dorogi"), l’azienda delle ferrovie russe: 835.000 dipendenti, 85.000 chilometri di binari, 20.000 locomotive, 25.000 vagoni passeggeri, 650.000 vagoni merci, la rete più estesa a livello mondiale dopo quella degli Stati Uniti e della Cina.

I DUE GEMELLI - Rivale della Juve nella fase a gironi di Champions, la Lokomotiv è stata governata con sapienza fino a qualche tempo fa da una donna-manager, Olga Smorodskaja, che ha lasciato la presidenza a Vasili Kiknadze, ex direttore generale, con un compito preciso: consolidare una linea di gestione che deve coniugare risultati e conti. E’ stato lui, Kiknadze, a puntare in estate sulla rinascita di João Mario, bocciato dall’Inter. E sempre grazie alla sua regia, adesso, la Lokomotiv si ritrova in casa due gemelli, Anton e Aleksey Miranchuk, che valgono una fortuna. Per loro, nell’ultimo giorno di mercato, è stata rifiutata un’offerta da 45 milioni dello Zenit San Pietroburgo, come ha scritto “Sport Express”. Kiknadze ha deciso di trattenerli ancora per un po’ a Mosca, perché il patrimonio è destinato a lievitare. Difficile distinguerli in foto: hanno 24 anni, giocano nello stesso ruolo, sono trequartisti e sono alti un metro e 83. Qualche differenza, però, c’è: Anton è destro, Aleksey è mancino, il primo indossa la maglia numero 11, il secondo ha scelto il 59. Sono nati il 17 ottobre del 1995 a Slavjansk-na-Kubani, ottanta chilometri da Krasnodar.

LA MAMMA - Hanno un procuratore, si chiama Pavel Andreev, ma nelle decisioni più delicate conta il peso specifico della mamma Elena, che li ha portati a Mosca quando avevano undici anni per un provino con lo Spartak. Furono scartati, però. E così la signora Elena li accompagnò nel centro sportivo della Lokomotiv: esame superato. Anton ha saltato per infortunio la sfida di martedì scorso con la Juve, Aleksey è stato uno dei migliori in campo a Torino e ha portato in vantaggio la squadra di Jurij Semin, 72 anni, ex militare ed ex ct della Russia, sei titoli vinti sulla panchina della Lokomotiv, prima che Dybala s’inventasse la rimonta e il sorpasso. Aleksey Miranchuk ha un contratto fino al 2021, come il suo gemello: quattro gol nelle prime dieci giornate del nuovo campionato e una prova sontuosa (doppietta) in Supercoppa contro lo Zenit. Anton ha segnato due volte in otto partite. Sono l’orgoglio dell’Akamedia. Premier League o Bundesliga: la Lokomotiv aspetta per i due gemelli la proposta più conveniente.


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