Amine Harit, applausi in Bundesliga con lo Schalke

E’ un trequartista, ha 22 anni, è marocchino: cinque gol e due assist in campionato. Sta facendo la differenza nella squadra allenata da Wagner, testimone di nozze e grande amico di Klopp da ventotto anni
Amine Harit, applausi in Bundesliga con lo Schalke© EPA
Stefano Chioffi
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ROMA - Niente giacca e cravatta, segue le partite in tuta, con le scarpe da ginnastica e il k-way, proprio come Jürgen Klopp: si conoscono da ventotto anni, giocavano insieme nel Mainz. David Wagner è stato anche il testimone di nozze di Klopp, diventato in seguito il padrino della figlia del suo migliore amico. Wagner appartiene alla scuola del calcio heavy metal dell’uomo che ha riportato la Champions ad Anfield Road: novanta minuti al giorno di allenamenti tosti, grande comunicativa con i giocatori, pressing e 4-2-3-1. Questione di determinazione e di karma: insieme si può. Wagner ha firmato nel 2017 la storica promozione dell’Huddersfield, risalito in Premier dopo 45 anni. Ha anche sfidato il Liverpool di Klopp. E dalla scorsa estate guida in Bundesliga lo Schalke 04. Era un attaccante, mentre Klopp faceva lo stopper, nel Mainz erano inseparabili. Anche adesso continuano a sentirsi spesso al telefono e organizzano le vacanze con le rispettive famiglie.

COMPUTER E SCHEMI - Wagner ha il doppio passaporto: tedesco e americano, ha indossato la maglia degli Stati Uniti. Ha compiuto da poco 48 anni, ne ha quattro in meno di Klopp. Pane, schemi, computer, tattica, il calcio lo assorbe come una spugna almeno quattordici ore al giorno. Wagner si definisce con orgoglio un discepolo di Jürgen, che dopo trent’anni può regalare il titolo al popolo di Anfield Road: il Liverpool ha vinto il campionato per l’ultima volta nel 1990 con il tecnico scozzese Kenny Dalglish e il centravanti gallese Ian Rush.

SESTO POSTO - Il suo Schalke è un modello di bellezza: sesto posto in Bundesliga, 19 punti in 11 giornate come il Borussia Dortmund. Venti gol realizzati e quattordici subiti. Ha battuto il Lipsia (3-1) e ha pareggiato con il Borussia Mönchengladbach (0-0) e il Borussia Dortmund (0-0). Cinque vittorie, quattro pareggi e due sconfitte contro l’Hoffenheim e il Bayern, che ha conquistato sette “scudetti” consecutivi e ha deciso di proseguire fino a Natale la sua stagione con Hans-Dieter Flick in panchina, scelto ad interim dopo l’esonero del croato Niko Kovac. Wagner ha un contratto fino al 2022, il Liverpool è il suo riferimento come mentalità, impianto di gioco, meccanismi, ritmo, occupazione degli spazi e linee di distanza tra i reparti.

NEUER E ÖZIL - A Gelsenkirchen, nello Schalke, sono cresciuti anche due fenomeni come Manuel Neuer e Mesut Özil. Vendere talenti è una specialità della casa: ha guadagnato 130 milioni in tre anni dalle plusvalenze legate a Leroy Sané (Manchester City), Julian Draxler e Thilo Kehrer, compagni nel Paris Saint Germain. Ora la nuova perla è Amine Harit, mezzala oppure trequartista in base al copione, ventidue anni, marocchino, anche se è nato in Francia, a Pontoise, periferia di Parigi. Harit è un fantasista, un classico numero dieci, in grado di regalare colpi speciali: un metro e 79, il destro come piede preferito, dribbling, cinque gol e due assist in undici giornate.

IL SALTO - Gli mancavano un po’ di autostima e un po’ di continuità: le ha trovate con l’aiuto di Wagner, che lo ha messo subito al centro dei suoi progetti. Harit rappresenta la fonte del 4-2-3-1, la differenza, il cambio di marcia. Non è solo un giocoliere, un artista raffinato. A Gelsenkirchen, il primo tecnico a valorizzarlo, è stato l’italo-tedesco Domenico Tedesco. Harit era anarchico e dispersivo: lampi e buio. Ora viaggia a un’altra latitudine. E oltre al numero degli estimatori anche il prezzo del suo cartellino ha fatto segnare una crescita esponenziale, sfiorando i venti milioni di euro. Piace in Premier, lo studia il Liverpool. Sempre titolare, è stato sostituito soltanto in due occasioni, contro il Bayern e il Lipsia. E’ nato il 18 giugno del 1997, ha cominciato nella scuola-calcio del Red Star, a Saint-Ouen, sobborgo di Parigi. E’ stato acquistato dallo Schalke nell’estate del 2017, pronto a scoprirlo nel Nantes e a investire otto milioni. Soldi che valgono il doppio, ma a gennaio non andrà via: appuntamento rinviato. Prima di salutarlo, lo Schalke gli chiede in regalo un posto in Europa.


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