Schäfer, che storia: Genoa e Chievo lo bocciano, l’Europeo lo scopre

Centrocampista esterno, 22 anni, è uno dei giocatori valorizzati dal ct Rossi nell’Ungheria: suo il gol di testa che ha fatto tremare la Germania
Schäfer, che storia: Genoa e Chievo lo bocciano, l’Europeo lo scopre© EPA
Stefano Chioffi
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Giocare senza stress, in allegria, e dimostrare che l’Ungheria non è più una periferia dimenticata del grande calcio europeo: l’impegno era questo, all’inizio di giugno, ed è stato mantenuto. Nessuna generazione ha regalato altri fenomeni come Puskas e Hidegkuti, artisti di una nazionale che veniva chiamata “Aranycsapat”, “la squadra d’oro”, ma dopo un periodo oscuro sono tornate le emozioni. Merito anche di un ct piemontese, Marco Rossi, che nel 2011 - esonerato dalla Cavese - era disoccupato e faticava a trovare un ingaggio in Italia. Da allora ha vinto un campionato con la Honved e ha costruito un’Ungheria tosta e competitiva, in grado di farsi rispettare e di non vivere più solo di ricordi legati a Puskas e a Hidegkuti, sfiorando una clamorosa qualificazione agli ottavi dell’Europeo.

Il brivido

La Germania ha tremato, disorientata dall’organizzazione della squadra di Rossi. La trappola ha funzionato per 84 minuti, fino al gol del 2-2 di Goretzka, che ha mandato in fumo una delle favole più belle. Ma resta la lezione di una nazionale che ha saputo trasformare la sua normalità in una risorsa, in una ricchezza, applicando in modo scientifico un 3-5-2 da manuale, con i suoi raddoppi in marcatura e la bellezza del suo contropiede. Ha bloccato sullo 0-0 il Portogallo per 83’, nella partita d’esordio, prima di arrendersi a una doppietta di Cristiano Ronaldo (3-0). Ha tenuto sulle spine la Francia campione del mondo, salvata nella ripresa da un gol di Griezmann (1-1). E ha messo sotto scatto la Germania, passando in vantaggio per due volte con Adam Szalai, centravanti del Mainz, e con Andras Schäfer, un gregario di centrocampo che il ct Rossi è riuscito a valorizzare, aiutandolo a superare la delusione vissuta nel 2019 per la bocciatura ricevuta nei settori giovanili del Genoa e nel Chievo.

Il contropiede

Una carriera, quella di Schäfer, ventidue anni, generosità da maratoneta, che ha ricominciato a prendere forma in Ungheria con la maglia del Dunajská Streda. Suo il gol di testa, anticipando Sané e Neuer, dopo un contropiede magistrale, che aveva portato la nazionale di Rossi sul 2-1. È nato il 13 aprile del 1999 a Szombathely, capoluogo della provincia di Vas e città più antica dell’Ungheria. Un jolly di centrocampo, abituato a faticare e a lottare: è alto un metro e 77, pesa 75 chili, spera di ricevere un’altra opportunità dal grande calcio, magari in Bundesliga, considerando che il Mainz lo sta seguendo da un po’ di tempo. È mancino, pedala e copre tutta la fascia nel 3-5-2 con attenzione e disciplina. È cresciuto nel settore giovanile dell’MTK Budapest, il 30 gennaio del 2019 era stato acquistato dal Genoa e a giugno i dirigenti rossoblù lo avevano girato in prestito al Chievo. Nel 2020 è arrivata la proposta del Dunajská Streda e in un anno e mezzo è riuscito a guadagnarsi uno spazio anche nella nazionale di Rossi. In tempo per aiutare la nazionale a uscire dall’oblio e a godersi tre partite che nessun tifoso ungherese potrà dimenticare.


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