Stanis Idumbo, la freccia del Monaco
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Stanis Idumbo, la freccia del Monaco

Ala o trequartista, 20 anni, belga, origini congolesi: si è presentato in Ligue 1 con un assist nella sfida contro il Metz
Stefano Chioffi
3 min

Il complimento più bello l’ha ricevuto sui social da un tifoso del Monaco: “Tu es magnifique”. Stanis Idumbo sembra uscito dalle piste di atletica: la velocità è il suo segreto. Vent’anni, belga, trequartista o ala, è arrivato il 30 agosto dal Siviglia e il suo cartellino è costato dieci milioni. Quattro presenze e un assist in Ligue 1 nella partita con il Metz, ventisei minuti di vetrina in Champions. Un talento in fase di evoluzione. Da costruire: è questa la missione del Monaco, specialista in plusvalenze. Mancino, un metro e 71, origini congolesi. Una storia di viaggi e sogni: è nato in Francia, a Melun, il 29 giugno del 2005. Ha firmato con il Monaco un contratto fino al 2030. Tecnico, svelto, elegante. Le sue origini si intrecciano tra due scuole calcistiche, quella francese e quella belga, e da ognuna ha preso qualcosa: la potenza di una, la leggerezza dell’altra.

Il Bruges e il Gent

Il suo percorso nel calcio comincia nei vivai del Bruges e del Gent, dove si distingue subito per visione e personalità. Ma la sua carriera cambia nel 2021, quando l’Ajax lo chiama per inserirlo nella sua Academy. Entrare nel vivaio del club olandese equivale a un primo diploma. Idumbo diventa presto protagonista dell’Under 18 con 13 gol e 16 assist in 33 partite. Nel gennaio del 2024 arriva il passo successivo: Siviglia. Prima qualche mese nella squadra B, poi la promozione in prima squadra e il debutto in Liga il primo settembre contro il Girona. L’adattamento è immediato, ma la consacrazione arriva poco dopo: il 20 ottobre segna il suo primo gol contro il Barcellona.

Le caratteristiche

Il Monaco, da sempre attento ai giovani di talento, fiuta l’occasione e nell’estate 2025 lo porta in Ligue 1. A Montecarlo lo aspettano come un investimento per il futuro, ma Idumbo dimostra subito di essere utile anche al presente. Mancino, può agire da esterno o da trequartista. Punta il difensore, ma sa anche costruire. Il suo dribbling è rapido, essenziale, quasi chirurgico: non cerca lo spettacolo fine a se stesso, ma la giocata che spacca la linea. La sua accelerazione è difficile da contenere. La cosa che colpisce di più, però, è la lucidità. Legge bene il gioco. E questa capacità arricchisce il suo bagaglio. La sua crescita è il risultato di un percorso costruito con pazienza tra Belgio, Olanda, Spagna e ora Francia. Quattro scuole calcistiche, quattro culture. In ogni tappa ha imparato qualcosa; disciplina tattica nel Bruges, libertà tecnica all’Ajax, intensità in Spagna, concretezza in Francia. Studia i movimenti dei grandi esterni, da Vinicius Junior a Yamal.

 


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