Safonov, da Gigio ai quattro rigori parati
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Safonov, da Gigio ai quattro rigori parati

Ventisei anni, russo, appassionato di scacchi e matematica, nel Psg ha tolto il posto a Chevalier dopo la notte magica in Coppa Intercontinentale
Stefano Chioffi
3 min

Gioca a scacchi e risolve esercizi di algebra: i suoi relax preferiti. C’è un mondo parallelo e inesplorato dietro alle parate di Matvej Safonov, ventisei anni, russo di Krasnodar, diventato nello spazio di una notte il manifesto del Paris Saint-Germain, in grado di vincere sei trofei nel 2025: Ligue 1, Coppa e Supercoppa di Francia, Champions, Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale. Solo un rimpianto: il Mondiale per club sfumato in finale contro il Chelsea di Maresca. Safonov ha soffiato il posto a Chevalier e ha raccolto l’eredità di Donnarumma. Sembrava una figurina di contorno, una riserva, a dispetto dei venti milioni che la società dello sceicco aveva speso nel 2024 per portarlo in Francia. Si è trasformato, invece, in un fattore decisivo: in Qatar ha firmato il trionfo in Coppa Intercontinentale, parando quattro rigori su cinque nella sfida con il Flamengo. Ha intuito i tiri di Saul Ñiguez, Pedro, Leo Pereira e Luiz Araujo.

Scacchi, matematica e laurea

È nato il 25 febbraio del 1999, è alto un metro e 92. Gli scacchi e la matematica lo aiutano, durante le vigilie, a non farsi stressare dal pallone. Ha stregato Luis Enrique: personalità, piedi da regista difensivo, autostima. È cresciuto nelle giovanili del Krasnodar, da bambino gli veniva consegnata la fascia di capitano. “Non mi sono mai sentito un numero due”, ha dichiarato quando il vento soffiava dalla parte sbagliata. Nello spazio di cinque mesi, ha fatto crollare le gerarchie come un castello di carte. La sua forza nasce da una formidabile serenità. Adesso governa la porta del club più ricco del mondo. Ha una laurea in psicologia.

Quella notte con il Bayern

Nella scorsa stagione, in Champions, Safonov aveva commesso un errore contro il Bayern, dopo un corner di Kimmich. In quella partita, l’allenatore Luis Enrique decise di schierarlo al posto di Donnarumma. Un’onda difficile da gestire, ma si è rimesso in pista, senza perdere mai la fiducia. Lo sport è sempre stato al centro dei suoi interessi: nuoto, basket, judo, taekwondo. Poi il provino con il Krasnodar: 175 partite e 53 clean sheet. Prima di scoprire Luis Enrique e la Torre Eiffel.


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